Un rapporto pubblicato dal Centers for Disease Control and Prevention, Cdc, mostra che in Usa nel 2021 gli omicidi con armi da fuoco sono aumentati di quasi il 35%, raggiungendo il tasso più alto in più di 25 anni. Ad essere ucciso in modo sproporzionato sono soprattutto i neri americani, che hanno visto un aumento del 39% delle morti per omicidio. Per contestualizzare la disparità il Cdc ha specificato che uomini e ragazzi neri di età compresa tra 10 e i 24 anni hanno 20 volte più probabilità di essere uccisi da un’arma da fuoco rispetto ai bianchi.

La pandemia potrebbe aver giocato un ruolo in questo incremento: ha portato ad interruzioni nei servizi per la salute mentale e nell’istruzione, stress psicologico, isolamento sociale e pressioni economiche. Il Cdc ha anche sottolineato che le contee con i livelli di povertà più alti hanno tassi di omicidi con armi da fuoco quasi 5 volte superiori rispetto a quelli con i livelli di povertà più bassi. Esistono molte teorie per spiegare l’incremento di questi omicidi: fra queste il picco di acquisti di armi durante la pandemia, e inoltre criminologi, polizia, ed esperti di salute mentale affermano che questo aumento è anche dovuto all’inasprirsi delle tensioni politiche.
Anche se in molti chiedono risposte istituzionali, il Paese resta diviso sulla soluzione.

Joe Biden ha chiesto al Congresso di approvare misure per ridurre la violenza armata, ma per gli attivisti del gun control non è sufficiente. Chriss Murphy, senatore Dem del Connecticut, che dopo il massacro della scuola elementare Sandy Hook, si è dedicato alla lotta per l’approvazione di leggi sul controllo delle armi, sta guidando un gruppo di politici per fare pressioni su Biden affinché intraprenda un’azione unilaterale. In una lettera del 25 marzo, con altri 127 legislatori democratici, ha chiesto al presidente di muoversi rapidamente usando gli ordini esecutivi.