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Zan: «Non chiediamo solo diritti. Il Pride è resistenza collettiva»

Zan: «Non chiediamo solo diritti. Il Pride è resistenza collettiva»Manifestazione per i diritti delle persone lgbtqia+ a Roma – Ansa

Gayardi Il deputato Pd oggi in piazza a Roma: «Questa destra difende la famiglia tradizionale ma nessuno dei suoi leader ne ha una. Dicono: noi facciamo quello che vogliamo, ma imponiamo agli altri un modello che esclude tutte le differenze»

Pubblicato più di un anno faEdizione del 10 giugno 2023

Il deputato del Partito democratico Alessandro Zan sarà oggi nella capitale, in piazza della Repubblica alle 15, per partecipare al Roma Pride. Gli stessi politici che nell’ottobre 2021 esultarono e applaudirono la bocciatura del suo ddl contro l’omotransfobia sono oggi al governo del paese. «Vogliono avvicinare l’Italia a Ungheria e Polonia attraverso leggi discriminatorie», dice Zan.

Il deputato Pd Alessandro Zan, foto Ansa

Il ritiro del patrocinio regionale al Roma Pride ha suscitato polemiche. Non è semplicemente una scelta coerente con questa destra?

La cosa che ha sorpreso tutti è che il patrocinio prima è stato dato e poi tolto. Per una specifica indicazione dall’alto. Questa destra ha una linea politica oltranzista e sta sferrando un duro attacco contro i diritti della comunità lgbtqia+. Dunque il presidente della regione Rocca ha obbedito a questi diktat.

Da chi sono partiti? Il ritiro è arrivato dopo una lettera dei Pro Vita.

Appunto, evidentemente il governo ha come riferimento culturale e associativo i Pro Vita e No Choice.

Rocca ha ribadito che la decisione è dipesa dalla presenza nel documento politico del Pride della richiesta di una legge sulla gestazione per altri (Gpa). Questa pratica riguarda al 90% le coppie eterosessuali. Era necessario inserirla tra le rivendicazioni?

Il movimento è avanguardia e pone delle rivendicazioni che poi la politica non necessariamente trasforma in norme. Bisogna distinguere tra la Gpa altruistica, etica e solidale e quella dove c’è una mercificazione. Sono due cose completamente diverse. In ogni caso dal momento che in parlamento non esiste alcuna proposta sul tema, la decisione della regione appare completamente strumentale. La destra sposta l’attenzione su una questione che non esiste e non interessa alla stragrande maggioranza degli italiani per non dare risposte alle questioni sul tavolo.

Quali sono?

La registrazione dei figli, come chiedono i sindaci. L’adozione per le coppie dello stesso sesso e per i single. Il matrimonio egualitario. In Italia siamo all’anno zero. Abbiamo solo le unioni civili approvate nel 2016: sono state un primo passo importante, ma di fatto sono diventate un istituto discriminatorio. Un matrimonio di serie B. Perciò il matrimonio egualitario è una delle prime risposte a cui il parlamento deve dare seguito. Poi visto che si parla di natalità, fare famiglie, etc. bisognerebbe intervenire sulle adozioni. È assurdo impedirle ad alcune persone. La vera ragione è che questa destra vuole rendere la vita impossibile alle famiglie omosessuali. Perché parte da un’idea di famiglia tradizionale. Come hanno detto Roccella, Lollobrigida, Meloni e Salvini: ci devono essere una mamma e un papà. Per loro le famiglie omosessuali non sono vere famiglie. Vige una sorta di apartheid moderno. Un modello culturale pieno di ipocrisia: questa destra difende la famiglia tradizionale ma non la pratica. Nessuno dei suoi leader ne ha una. Sembrano dire: noi facciamo quello che vogliamo, ma imponiamo agli altri un modello che esclude tutte le differenze.

Fino a quando ci sarà questa maggioranza è possibile ottenere dei risultati sul piano legislativo attraverso le mobilitazioni?

No, perché l’obiettivo di Meloni e Salvini è avvicinare l’Italia a Ungheria e Polonia con leggi discriminatorie che rendano la vita impossibile a famiglie omogenitoriali e comunità lgbtqia+.

Come sono stati i primi otto mesi di governo Meloni per questa comunità?

Disastrosi. Perché c’è un disegno complessivo, studiato. I selfie che Meloni e Salvini si fanno con Orbán sono un vero patto politico. Hanno bocciato il regolamento europeo per far mantenere ai bambini i diritti che hanno nei loro paesi di origine anche negli altri stati membri. Non hanno aderito al ricorso Ue contro le leggi omotransfobiche del leader ungherese. E poi: il parlamento di Strasburgo ha detto ufficialmente che il nostro paese è equiparabile a quelli di Visegrad per il livello di discriminazioni. Piantedosi ha inviato una circolare per impedire ai sindaci di trascrivere i figli di tutte le coppie omogenitoriali, quindi non solo quelli nati da Gpa. Adesso l’ultima: la Gpa reato universale. Una legge inutile e inapplicabile perché richiede la doppia incriminazione. Nel nostro paese la Gpa è già vietata. È un’altra arma di distrazione di massa.

Qual è il significato più importante del Roma Pride di quest’anno?

Un significato di resistenza collettiva. Non stiamo solo rivendicando diritti. Stiamo resistendo contro un governo che vuole discriminarci. È una resistenza in nome della Costituzione italiana.

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