Wikileaks assolta per la diffusione delle email dei democratici nel 2016
John G. Koeltl, giudice federale di New York, ha assolto Wikileaks per aver pubblicato delle email dei Democratici durante la campagna elettorale Usa del 2016, respingendo la causa intentata dal […]
John G. Koeltl, giudice federale di New York, ha assolto Wikileaks per aver pubblicato delle email dei Democratici durante la campagna elettorale Usa del 2016, respingendo la causa intentata dal […]
John G. Koeltl, giudice federale di New York, ha assolto Wikileaks per aver pubblicato delle email dei Democratici durante la campagna elettorale Usa del 2016, respingendo la causa intentata dal Comitato Nazionale Democratico, Dnc, contro la campagna Trump, il governo russo, la stessa WikiLeaks e vari funzionari della campagna del tycoon, accusati di aver cospirato per danneggiare la corsa presidenziale di Hillary Clinton.
Il giudice Koeltl ha stabilito che le azioni di Wikileaks sono protette dal Primo Emendamento e che le stesse protezioni riguardano i funzionari della campagna di Trump, che non hanno rilasciato documenti rubati, ma erano ansiosi di trarre beneficio della loro pubblicazione.
“Esiste una significativa distinzione legale tra il furto di documenti e la divulgazione di documenti che qualcun altro ha rubato in precedenza” ha scritto il giudice Koeltl; come in un comunicato stampa, ha proseguito, Wikileaks non può essere ritenuta responsabile per il rilascio dei documenti fintanto che non “ha partecipato a qualsiasi illecito nell’ottenere i materiali”.
Il giudice ha anche affermato che le accuse del comitato nazionale democratico sono “totalmente lontane” dai fatti affermati nella denuncia stessa dell’organizzazione ma ha rifiutato la richiesta della campagna Trump di penalizzare il comitato per aver presentato la causa l’anno scorso, in quanto la denuncia non era “così obiettivamente irragionevole”.
La sentenza di Koeltl è significativa in quanto il giudice è stato nominato, non solo dai democratici, ma proprio da Bill Clinton, quindi presumibilmente a favore del partito opposto a Trump ed ha riportato il soggetto della diatriba fuori dalla lotta tra i due partiti e dentro il tema della libertà di espressione e di stampa.
La causa del Dnc sosteneva che nessuno al di fuori della Federazione Russa aveva preso parte all’hacking dei sistemi informatici del Partito Democratico o degli account e-mail dei membri del partito, Wikileaks, ha concluso il giudice newyorchese, non può essere citata in giudizio perchè destinataria di tali informazioni, in quanto i documenti ricevuti e pubblicati erano di vero interesse pubblico.
Koeltl ha anche respinto la tesi del Dnc secondo cui i documenti relativi alla raccolta di fondi equivalgono a segreti commerciali che ottengono una protezione speciale ai sensi della legge.
“L’interesse del Dnc nel mantenere segreti gli elenchi dei donatori e le “strategie di raccolta fondi” è sminuito dall’integrità dei documenti nel loro insieme – ha scritto il giudice – Se WikiLeaks potesse essere ritenuta responsabile per la pubblicazione di documenti riguardanti le strategie politiche finanziarie e di coinvolgimento degli elettori del Dnc semplicemente perché il Dnc li classifica come ‘segreti’ o ‘segreti commerciali’, allora lo stesso varrebbe anche per qualsiasi giornale o altro media”.
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