E meno male che c’è il bicameralismo. La proposta di legge votata in seconda lettura dalla Camera dei deputati su «la prevenzione e il contrasto del fenomeno del cyberbullismo» ha diverse insidie e ambiguità. O, meglio, è un classico caso di eterogenesi dei fini. Si è partiti da un’esigenza più che nobile – frenare quanto possibile una delle piaghe criminose della società digitale – per finire nella messa in causa delle libertà della e nella rete. Naturalmente, anche le parole vanno misurate nell’agire simili argomenti. È troppo devastante lo scempio di vite e di coscienze che un reato così squallido...