«Volevano rapire e uccidere Zelensky»: arrestati due colonnelli ucraini
Internazionale

«Volevano rapire e uccidere Zelensky»: arrestati due colonnelli ucraini

Il limite ignoto Sarebbero membri dei servizi di Kiev. Esercitazioni atomiche «tattiche» sia al confine russo che bielorusso
Pubblicato 6 mesi faEdizione del 8 maggio 2024

Due funzionari dell’intelligence di Kiev avrebbero tramato per uccidere il presidente Zelensky. Secondo il media locale Ukrainska Pravda, i due uomini – di cui per ora non sono stati diffusi i nomi – sono stati denunciati per tradimento e complicità in un attacco terroristico: avrebbero tramato per colpire i vertici militari e politici ucraini in occasione dell’insediamento di Putin, un vero e proprio «regalo» per lo zar. Si tratta di «due colonnelli del Dipartimento per la sicurezza dello Stato – ha dichiarato lo Sbu, il servizio segreto ucraino – che trasmettevano alla Russia informazioni classificate, sotto la supervisione del Fsb russo» .

Per i soldati ucraini lungo il fronte est intanto c’è una nuova allerta: le esercitazioni nucleari russe si terranno al confine sia dal lato russo sia da quello bielorusso. La decisione è stata resa nota dal Cremlino poco prima che Putin ricevesse gli ospiti internazionali per la cerimonia che ha dato ufficialmente inizio al suo nuovo mandato presidenziale, il quinto consecutivo. Poco dopo il presidente bielorusso Lukashenko ha dichiarato che l’intento è «solo quello di mettere alla prova i dispositivi: sono armi di deterrenza, nessuno attaccherà con tali armi».

Ufficialmente si tratta di una «risposta alle minacce occidentali» degli ultimi giorni, le parole di Francia e Gran Bretagna sull’eventualità di schierare le truppe in Ucraina e sui missili a lungo raggio. Intanto, mentre un rappresentante di Parigi presenziava alla cerimonia a Mosca, dalla capitale francese il ministro degli esteri di Macron denunciava l’intento «manipolatorio e intimidatorio» della convocazione dell’ambasciatore Levy da parte del capo della diplomazia russa Lavrov. Sullo sfondo, presso l’organo di controllo mondiale delle armi chimiche all’Aja, Russia e Ucraina si sono accusate ufficialmente di aver utilizzato tossine vietate sul campo di battaglia. Tuttavia, l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opcw) ha comunicato ieri di ritenere le accuse «non sufficientemente motivate».

Continua a preoccupare anche la minaccia degli attacchi hacker dei gruppi filorussi. Secondo una rivendicazione su Telegram del gruppo Noname057 sarebbe in corso «un tour attraverso l’Italia», una campagna di attacchi informatici massicci ai siti web delle istituzioni italiane. Ieri sono stati colpiti i portali del ministero delle infrastrutture e quello dello sviluppo economico, della Guardia di finanza e il sito web della premier Giorgia Meloni. Da Palazzo Chigi per ora nessuna conferma.

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