«Vogliamo l’acqua non il Ponte sullo Stretto»
La protesta Più di cinquemila persone hanno invaso le vie di Messina, riunite alle spalle di un grosso striscione «No ponte» che guidava il corteo, e da un grido talmente forte da squarciare la secca aria siciliana: «Vogliamo l’acqua dal rubinetto, non il ponte sullo Stretto»
La protesta Più di cinquemila persone hanno invaso le vie di Messina, riunite alle spalle di un grosso striscione «No ponte» che guidava il corteo, e da un grido talmente forte da squarciare la secca aria siciliana: «Vogliamo l’acqua dal rubinetto, non il ponte sullo Stretto»
A piazza Cairoli, nel cuore del centro storico di Messina, lo scorso sabato pomeriggio la temperatura, così come l’umidità, si presentavano elevatissime. Il weekend era quello immediatamente precedente a Ferragosto e, solitamente, alle ferie. Premesse queste che, rispetto alla convocazione del corteo No Ponte presso la città dello Stretto, lasciavano presagire a un flop numerico. E invece, a partire da piazza Cairoli, più di cinquemila persone hanno invaso le vie di Messina, riunite alle spalle di un grosso striscione «No ponte» che guidava il corteo, e da un grido talmente forte da squarciare la secca aria siciliana: «Vogliamo l’acqua dal rubinetto, non il ponte sullo Stretto». Il contesto di riferimento, infatti, è quello in cui l’emergenza siccità ha toccato vette altissime, precedentemente mai registrate.
Immediate, a margine della corposa partecipazione e nonostante le oltre 200 integrazioni al progetto richieste dallo stesso ministero dell’Ambiente, le risposte dell’amministratore delegato della società Stretto di Messina, Pietro Ciucci, e del ministro dei Trasporti Matteo Salvini, entrambi nel mirino dei manifestanti. L’ad e il titolare del dicastero, cogliendo la palla al balzo offerta loro dal weekend più trafficato dell’anno, hanno dichiarato: «Le lunghe code agli imbarchi di Villa San Giovanni registrate in questo sabato di esodo da bollino nero, dimostrano a tutti l’importanza di avere un collegamento continuo tra le due coste. Ma per i signori No Ponte, l’opera non serve perché basterebbero 20 minuti per attraversare lo stretto. Si continuano purtroppo a ripetere le solite dichiarazioni prive di fondamento tecnico-scientifico, mirate a creare confusione».
All’indomani della manifestazione, il comitato cittadino Invece del ponte ha sottolineato come Pietro Ciucci «continui a raccontare la favoletta di un ponte pronto all’uso. Secondo l’ad della società ogni problema è stato affrontato e risolto, ma la Stretto di Messina deve ancora rispondere a centinaia di osservazioni su aspetti gravissimi. Come può Ciucci dichiarare che, difronte a criticità come le faglie e lo sperpero di acqua per una comunità che non ne può usufruire regolarmente, come attestato dagli stesso tecnici del comune, siano previste misure straordinarie nei confronti dell’ambiente? Di straordinaria sarebbe soltanto la distruzione di un habitat unico al mondo. Derubricare poi a ‘disagi che verranno azzerati’ gli enormi problemi di vivibilità a cui per decenni andrebbero incontro gli abitanti di Messina e Villa San Giovanni è una affermazione grave e offensiva».
Proseguendo nella nota, il comitato ha denunciato la pressoché totale mancanza di interlocuzione con il territorio e le sue istituzioni, come dichiarato dallo stesso sindaco di Messina. E infine: «Quanto alle ore di fila per due o tre giorni l’anno, che giustificherebbero 14 miliardi scippati alle opere utili, i tempi di attesa sono in linea con tanti altri nodi della rete, basterebbe organizzare meglio il sistema di traghettamento».
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