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Voci da Gaza: «Il sonno dei nostri figli è pieno di incubi»

Voci da Gaza: «Il sonno dei nostri figli è pieno di incubi»Sfollati a Khan Yunis – Ap

Palestina Il racconto di una donna palestinese: «Il pane è diventato un lusso. Aspettiamo tra le cinque e le sette ore tra le bombe, il caldo e la sete. Il prezzo di un pezzo di pane, sufficiente per una piccola famiglia, è triplicato»

Pubblicato 12 mesi faEdizione del 11 novembre 2023

Nei primi giorni della guerra, siamo fuggiti sotto l’intenso bombardamento israeliano del nostro quartiere. Abbiamo corso per le strade fino a quando abbiamo raggiunto una scuola Unrwa che ha rifiutato di accoglierci a causa delle migliaia di persone già presenti. Sono rimasta a casa di mia sorella per alcuni giorni, poi abbiamo dovuto spostarci ancora perché eravamo di nuovo in pericolo.

Siamo tornati a Khan Yunis in una scuola Unrwa e abbiamo allestito una tenda all’interno per mio marito e i bambini. Quello che stiamo vivendo è dolore e umiliazione.

Fin dall’inizio della guerra, Gaza soffre per la scarsità d’acqua. La crisi si sta aggravando. Abbiamo atteso più di tre ore per avere 14 litri d’acqua per tutti e sei i membri della famiglia. Quello che mi fa più male è la violazione della dignità dei cittadini. Una bottiglia da 12 litri è venduta a un prezzo elevato per la scarsità d’acqua. Le aree designate per il riempimento sono sporche, ciò che otteniamo è acqua dissalata.

Il pane, l’elemento essenziale della vita, è diventato un lusso. Aspettiamo tra le cinque e le sette ore sotto i bombardamenti, il caldo e la sete. Il corpo è esausto e poi si fallisce nel cercare di ottenere un pezzo di pane. Si riprova il giorno successivo. Il prezzo di un pezzo di pane, sufficiente per una piccola famiglia, è triplicato.

Nei centri per i rifugiati, la situazione è altrettanto disperata. L’igiene è scarsa. Fatichiamo a usare i bagni pubblici. Lavare i vestiti è un compito arduo in mezzo alla pressione della popolazione e alla scarsità d’acqua. Le notti fredde non hanno avuto pietà, avvolgendo i bambini in un abbraccio gelido, causando tosse e raffreddori, mentre le infezioni giocavano un crudele «ce l’hai» tra gli abitanti.

Preparare il cibo è un’impresa impossibile. Non c’è gas per cucinare, e prepariamo il cibo in modo intermittente nel tentativo di placare la fame dei nostri figli. Le notti dei bambini sono state agitate; urlano sempre e il loro sonno è irregolare tra i continui bombardamenti. Il loro sonno è pieno di incubi ricorrenti.

Prima della guerra, mia figlia ha avuto un incidente domestico che le ha causato gravi ustioni. Eravamo nelle fasi avanzate del trattamento, ma da quando è iniziata la guerra, non ha ricevuto il trattamento necessario e la sua condizione sta peggiorando. Gli ospedali si stanno concentrando sui feriti e c’è carenza di medicinali. Immagina quante persone in situazioni simili sono a rischio.

Testimonianza raccolta dall’ong italiana WeWorld

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