Viaggio nelle carceri per mostrare i danni del proibizionismo
Radicali Italiani Un esercito di 110 militanti sguinzagliati in 35 istituti penitenziari da ieri fino al 20 ottobre
Radicali Italiani Un esercito di 110 militanti sguinzagliati in 35 istituti penitenziari da ieri fino al 20 ottobre
Da ieri c’è un esercito di militanti radicali che gira per le carceri del Paese. Sono partiti dalla Sicilia, i 110 esponenti dell’associazione Radicali italiani che fino al 20 ottobre risaliranno la penisola visitando 35 istituti, da Sciacca a Imperia, e portando dentro le mura penitenziarie anche parlamentari, tra cui Gennaro Migliore (sottosegretario alla Giustizia), Alberto Orellana, Luciano Uras, Mara Mucci, Massimo Cassano, e sindaci come quello di Pavia Massimo Depaoli e di Cagliari Massimo Zedda.
Negli ultimi anni, dopo la condanna Cedu del 2013, il ministro Orlando si è prodigato molto per migliorare le condizioni di vita dei detenuti e per rendere più efficiente il sistema giudiziario. Ma non è bastato per rimuovere quella che i dirigenti di Radicali italiani, Riccardo Magi, Michele Capano e Antonella Soldo, descrivono come «una grave violazione della legalità costituzionale, come da sempre denunciato da Marco Pannella e dai Radicali, che mina le fondamenta stesse dello Stato di diritto».
Da lunedì 16 ottobre anche Rita Bernardini, della direzione del Partito Radicale, riprenderà lo sciopero della fame «insieme a tutti i detenuti, familiari e cittadini a piede libero che vorranno esserci», come scrive in un post su Fb.
Nelle carceri italiane infatti il «tasso medio di sovraffollamento è del 114% e in strutture come quelle di Lodi, Larino, Chieti, Como, Brescia Caton Mombello tocca o sfiora il 200%», riferisce Magi. Popolazione reclusa formata per il 34% da stranieri con picchi di oltre il 70%, e per un terzo da persone che scontano pene per reati di droga e che nella grande maggioranza sono tossicodipendenti.
«Una forte riforma antiproibizionista, come quella che proponiamo – spiegano i Radicali italiani – eviterebbe anche tantissimi procedimenti che oggi ingolfano la macchina giudiziaria e colpiscono anche giovani e giovanissimi».
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