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Via libera Usa agli F16 a Kiev, ma «niente di immediato»

Via libera Usa agli F16 a Kiev, ma «niente di immediato»Un caccia F16 statunitense nella base tedesca di Jagel – Ap/Georg Wendt

Guerra ucraina Prima l’addestramento dei piloti ucraini, poi la consegna. Senza però una data certa. Arriva in Turchia la prima nave ucraina di grano. Erdogan prova a riaprire il dialogo con Putin

Pubblicato circa un anno faEdizione del 19 agosto 2023

Una svolta, ma a lungo termine. Gli Stati uniti hanno dato il via libera al trasferimento dei jet da combattimento F16 da Paesi bassi e Danimarca all’Ucraina, per meglio contrastare l’aggressione russa.

SONO PERÒ le stesse autorità di Kiev a far sapere che non sarà nulla di immediato: «È ovvio che gli F16 non verranno utilizzati durante questi autunno o inverno – ha affermato mercoledì il portavoce dell’aeronautica militare ucraina Yuriy Ihnat – Nutrivamo grandi speranze per questi aerei».

Il processo per cui l’Ucraina potrebbe arrivare a servirsi dei pezzi da combattimento di produzione Lockheed Martin è lungo e complesso: per mesi Zelensky e altri rappresentanti hanno fatto richiesta agli alleati di poter disporre dei jet, incontrando l’apparente resistenza della dirigenza statunitense («È un’opzione che escludo, per ora», aveva dichiarato pubblicamente Biden ancora a febbraio).

Tuttavia, nel frattempo – come ricostruisce un’inchiesta del quotidiano Politico – il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan si è impegnato a cercare consenso tra gli alleati per arrivare a una sorta di «strategia a due tempi»: prima autorizzare l’addestramento di piloti ucraini all’uso dei jet e poi, eventualmente, trasferire questi ultimi sul campo di battaglia.

Così, a maggio scorso, è arrivato il sostegno al primo punto (con un programma che sta coinvolgendo una coalizione di undici paesi, tra cui appunto Paesi bassi e Danimarca) e ora l’ok al secondo, senza però specificare quando.

Il motivo per cui c’è grossa attenzione da parte di Kiev verso la fornitura degli F16 è data dalla volontà di acquisire supremazia aerea nel prosieguo del conflitto (sebbene non tutti gli analisti siano concordi che i pezzi Lockheed Martin possano servire allo scopo).

FINORA le truppe ucraine hanno contato su velivoli da combattimento di epoca sovietica quali Mig e Sukhoi, inefficaci nel contrastare la superiore disponibilità russa. Dal canto suo però, come indicano la più parte dei resoconti militari, neanche Mosca è mai riuscita a ottenere un totale controllo dei cieli e anzi ha molto sofferto le contromisure difensive dell’esercito nemico. Gli F16 potrebbero dunque rappresentare uno strumento di «copertura» dei movimenti di terra e far così progredire l’offensiva in corso nel Donbass.

Ma, come accennato, pare altamente improbabile che vengano impiegati sul campo a breve. Intanto, per quanto riguarda lo spazio aereo, si continua ad assistere a un massiccio impiego di droni dall’una e dall’altra parte. Ieri mattina la Russia ha affermato di aver abbattuto un drone ucraino, che ha danneggiato un edificio non residenziale situato nell’Expocenter della capitale con la conseguente evacuazione di 2mila persone.

Sempre secondo il Cremlino, si tratterebbe dell’ultimo di una serie di almeno venti attacchi tramite droni che Kiev avrebbe portato avanti nella regione di Mosca dagli inizi di luglio (e altri raid simili si sono verificati nell’area di Belgorod e in Crimea).

D’ALTRONDE è stato lo stesso Zelensky a dichiarare il mese scorso che «la guerra sta gradualmente facendo ritorno sul territorio russo», aggiungendo che si tratta di un processo «inevitabile, naturale e assolutamente giusto». Fonti dell’intelligence ucraina hanno inoltre affermato che ieri mattina nella città occupata di Enerhodar, regione di Zaporizhzhia, sarebbero stati feriti, in seguito all’attacco di un drone, alcuni funzionari russi, tra i quali il colonnello Pavel Chesanov.

Se gli scontri militari non accennano a smettere, la diplomazia pare concentrarsi sulla questione del trasporto marittimo sul Mar Nero. Ieri, è approdata in Turchia la Joseph Schulte, prima imbarcazione a utilizzare il corridoio sicuro proposto da Zelensky dopo che la Russia si è ritirata dall’accordo sul grano, sfruttando acque non internazionali.

Ma Ankara è dubbiosa e spera di poter ricondurre Mosca a un tavolo di trattativa: riporta Middle East Eye che il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan ha in programma una visita a Kiev la prossima settimana per vagliare una tale possibilità. Da vedere intanto che traiettoria prenderanno i prezzi sul mercato globale.

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