Verdini e co. dal giudice fanno scena muta
Non una parola davanti al giudice per gli indagati dell’inchiesta sugli appalti Anas che vede coinvolti anche Denis Verdini e suo figlio Tommaso, agli arresti domiciliari. La scelta di avvalersi della facoltà di non rispondere era in qualche modo scontata.
Lo spiega bene l’avvocato Alessandro De Federicis, difensore di Fabio Pileri, socio di Verdini nella società di lobbing Inver, al centro dello scandalo: «Questa indagine è durata due anni e il giudice ha impiegato cinque mesi per scrivere l’ordinanza, la scelta di avvalersi della facoltà di non rispondere era obbligata. Abbiamo visto molte cose sulle quali avremmo da dire, ma in questa fase dobbiamo prima verificare l’entità dell’accusa».
I reati ipotizzati dalla procura di Roma sono pesanti: corruzione e turbativa d’asta per un presunto giro di favori ai funzionari dell’Anas in cambio delle dritte giuste sugli appalti alla rete autostradale italiana. Gli investigatori hanno lavorato molto soprattutto sulle intercettazioni, ma dalle carte giudiziarie ancora mancano indicazioni precise sulle gare d’appalto che sarebbero passate tra le mani dei manager della Inver.
C’è anche un nuovo nome nell’elenco degli indagati, si tratta dell’ex europarlamentare Vito Bonsignore, 80 anni, di professione imprenditore, che si sarebbe rivolto ai Verdini per spingere i suoi progetti su opere come la Orte-Mestre e la Ragusa-Catania. Quello che è certo, sin qui, è che gli indagati hanno continuato a seguire il loro metodo anche dopo essere stati perquisiti dalla guardia di finanza. «Tutta fuffa», aveva commentato Denis Verdini in una intercettazione.
«È sempre la stessa storia – aveva detto ancora -, c’è qualcosa di politico che vogliono trovare e che non c’è, ma che vogliono trovare perché uno è Verdini in testa c’è Salvini». Parole dette per tranquillizzare il figlio Tommaso e Pileri. Per il vecchio Denis «il problema è da vedere che cosa altro c’hanno» gli inquirenti. Il contatto degli indagati all’interno del governo sarebbe il sottosegretario leghista al Mef Federico Freni, che però non è indagato. In un’intercettazione del 14 novembre 2022 viene anche citato Matteo Salvini. Parole di Pileri: «Il ministero… Matteo… C’ha dato carta bianca e noi siamo state persone perbene. L’abbiamo incontrato e gli abbiamo detto “Matteo, per non mettere il casino, per adesso, i nostri clienti che si occupano di infrastrutture li lasciamo”. E lui ci ha solo ringraziato».
Meno forti appaiono i passaggi sui favori elargiti dalla Inver: biglietti per la Scala, camere di hoter, cene in ristoranti di lusso. Pileri, dal canto suo, si è più riprese vantato dei contatti trasversali dei Verdini. Sempre dalle intercettazioni, rivolgendosi a un funzionario della Società Stretto di Messina: «Come vedi, io ogni volta che ci sta un governo c’ho degli amici… C’ho i 5 stelle, c’ho il Pd… Io non voglio la guerra con nessuno».
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