Verdi a mani vuote ma soddisfatti: «Il Green deal resta centrale»
La tedesca Terry Reintke, è leader dei Verdi europei, qual è il suo giudizio complessivo?
In positivo, accogliamo con favore l’impegno da parte della presidente per il Green deal nella nuova commissione. È quello di cui abbiamo bisogno se vogliamo contrastare gli effetti mortali del cambiamento climatico. L’integrazione del Green Deal attraverso tutto il collegio dei commissari conferisce alla lotta contro il cambiamento climatico l’importanza che richiede. Però ora bisognerà vedere quando verrà messo in pratica.
Quindi lei pensa che con questa Commissione ci sia ancora un futuro per la transizione ecologica?
Bisogna studiare del dettaglio le lettere d’incarico inviate dalla presidente von der Leyen ai singoli commissari. Va detto però che le linee guida del nuovo esecutivo, sulla base delle quali abbiamo lottato come parte della maggioranza, sono chiare: c’è la volontà che il Green deal vada avanti. La proposta di oggi è in continuità con quelle linee guida.
Non trova che si stia mettendo in evidenza l’efficienza, a svantaggio della sostenibilità ambientale?
In effetti c’è un grande pericolo in agguato, ed è quello di opporre la competizione – di cui oggi parlano tutti – alla lotta al cambiamento climatico. Se si facesse così, sarebbe un arretramento per il Green deal, mentre competitività e lotta al cambiamento climatico sono semplicemente due facce della stessa medaglia.
La redazione consiglia:
A sua immagine, un’Unione più nera e pro businessPassando ai punti critici, cosa preoccupa i Verdi?
È bene che ci sia un commissario dedicato per lo stato di diritto, la giustizia e la democrazia, ed è urgente data la situazione in Ungheria e in altri paesi. Tuttavia, nei prossimi cinque anni dobbiamo vedere un’azione coraggiosa e coordinata da parte della Commissione sullo Stato di diritto. Non possiamo continuare a lasciare che l’Ue venga maltrattata da coloro che cercano di minare i valori su cui è costruita la nostra Unione.
Siete stati i primi a opporvi al ruolo di vicepresidenza esecutiva per Raffaele Fitto. Ma sembra proprio von der Leyen non vi abbia ascoltato.
Il fatto che un candidato proveniente da un governo di estrema destra venga nominato in una posizione di guida non smette di costituire una grande preoccupazione per il nostro gruppo. I conservatori europei di Ecr non hanno votato in Parlamento a favore della presidente della Commissione e il governo italiano si è astenuto in Consiglio. Quindi non si capisce perché ora l’Italia viene ricompensata con una posizione così di rilievo.
La redazione consiglia:
Deleghe e portafogli, la confusione regna sovranaQual è il rischio politico di questa scelta?
La nomina di Raffaele Fitto potrebbe creare un pericoloso spostamento verso l’estrema destra in Commissione Ue e mettere in pericolo la maggioranza filodemocratica del Parlamento europeo che ha votato per Ursula von der Leyen a luglio.
Sta dicendo che quando ci saranno le audizioni non farete sconti?
Tutti i commissari designati andranno incontro all’esame delle commissioni parlamentari. Come Greens prenderemo il nostro compito di eurodeputati decisamente sul serio. Sul nome e sul ruolo di Raffaele Fitto posso dirle una cosa: per lui non sarà certo una passeggiata.
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