Si sa, l’ Italia è un paese piuttosto curioso: patria di un ciclismo eroico che attirava dalle masse operaie agli aristocratici passando per artisti e poeti, in larga parte climaticamente, paesaggisticamente e socialmente predisposta al movimento lento a pedali, sede di aziende prestigiose del settore, è incredibilmente il brutto anatroccolo delle infrastrutture ciclistiche e della cultura della bicicletta.

IL CONFRONTO CON ALCUNI PAESI EUROPEI è impietoso, soprattutto se guardiamo a nord, verso l’Olanda, la Germania e verso quelli scandinavi, che cinquant’anni fa hanno iniziato a ripensare interamente le città e le strade attorno alle due ruote creando una rete estesa rete di ciclabili, passaggi ciclo-pedonali, velostazioni e servizi per ciclisti.

SECONDO IL DOSSIER «CLEAN CITIES», Legambiente, Fiab, Kyoto Club L’Italia non è un paese per bici pubblicato a novembre 2022, le città italiane hanno una media di 2,8 km di ciclabili per diecimila abitanti, con grandi disparità territoriali, da zero km in molti capoluoghi del Centro-Sud ai 12-15 km di Modena, Ferrara, Reggio Emilia; Helsinki ha 20 km di ciclabili ogni 10 mila abitanti, Amsterdam 14, Copenaghen 8. Per colmare il gap con il resto d’Europa, alle città italiane servirebbero almeno 16 mila km di ciclabili in più (rispetto al 2020), per un totale di 21 mila km al 2030.

IN SPAGNA, NELLA CITTA’ di Barcellona sono state create le Superillas, grandi blocchi di 9 isolati ciascuno all’interno delle quali lo spazio, occupato per il 70% dalle automobili, è stato trasferito ai pedoni e ai ciclisti. Su questo modello sono stati pensati i Kiezblocks ( quartieri a basso traffico) a Berlino: una campagna di sensibilizzazione cittadina ha portato a 65 richieste di divieto di traffico automobilistico in aree residenziali e a far sì che i primi 29 Kiezblocks già ottenuti siano implementati da qui a 5 anni.

ED E’ PROPRIO LA GERMANIA IL PAESE ospite di Pavè-pedalando a Venezia, un bike festival di narrazione sulla bicicletta: sono tre giorni (da venerdì 5 a domenica 7 maggio) di talk, proiezioni, discussioni su città, trasformazioni, ciclovisioni. Giunto alla sua seconda edizione, si tratta di una di quelle iniziative che mostrano come in realtà un cambiamento, lento come l’incedere delle due ruote, sia già in corso.

COME LO SCORSO ANNO, che ha ospitato i Paesi Bassi, l’iniziativa dedica ampio spazio alle progettualità straniere considerate all’avanguardia e nell’ambito della mobilità attiva e sostenibile. A Berlino il movimento Changing Cities (vedi l’intervista a pagina 3) nel 2016 ha avviato un referendum sulle biciclette e ha negoziato la prima «legge sulla mobilità» tedesca, che a Berlino dà priorità al cammino, all’utilizzo della bicicletta e dei trasporti pubblici rispetto alle automobili. Ann-Kathrin Beichel di Climate Alliance, il più ampio network europeo di amministrazioni locali e organizzazioni indipendenti che lavora sul cambiamento climatico, parlerà di City Cycling, campagna che dal 2008 promuove la mobilità ciclistica quotidiana tedesca mettendo in competizione tra loro le diverse amministrazioni locali.

DI «MOBILITA’ PER TUTTI: LA BICICLETTA come motore per uno sviluppo sostenibile» si discuterà con Juana Grater, fundraising Director per l’Europa di World Bicycle Relief, organizzazione che dal 2019 lavora con le comunità rurali del mondo per implementare tramite la bicicletta, l’accesso all’istruzione, alle cure mediche e al lavoro. Germania ancora protagonista con Rebecca Peters, geografa dei trasporti e presidente nazionale di ADFC, associazione ciclistica che conta 230 mila membri e rappresenta gli interessi della comunità a pedali sui palcoscenici politici ad ogni livello. Con lei si parla di Teoria e pratica di una lobby ciclistica, visto che il governo tedesco si è prefissato l’obiettivo di rendere la Germania «nazione in bicicletta» entro il 2030.

ANCHE SOLO QUESTI APPUNTAMENTI danno l’idea di come si tratti di un festival ricchissimo che sviluppa i tanti assi su cui può viaggiare una rivoluzione a pedali. Per il filone Città e cambiamento ci sarà Roberto Mezzalama, esperto di studi ambientali di grandi progetti infrastrutturali che parlerà del Clima che cambia l’Italia. Emma Missale, campionessa mondiale di corrieri in bici nel 2019 e nel 2022, racconterà invece la versatilità di forma e utilizzi delle cargo-bike che permettono di allontanarsi dal paradigma auto-centrico della logistica e degli spostamenti.

ANIMATA DALLO STESSO SPIRITO è l’associazione di Milano Massa Marmocchi, che porterà l’esperienza del movimento spontaneo bike to school, nato dall’esigenza di bimbi, genitori e volontari di unirsi in gruppo per accompagnare i bambini a scuola in territori dove l’uso infantile della bicicletta è assolutamente proibitivo a causa del traffico automobilistico incontrollato. La bici come ecologia, filosofia di vita e modo di osservare il mondo caratterizza uno spazio dedicato a testimonianze che parlano del rapporto che il ciclista instaura con il territorio in cui si muove.

TRA GLI OSPITI «ENOUGH CYCLING», un collettivo che attraverso i viaggi, le gare e le altre esperienze del gruppo prova ad essere fonte di ispirazione e a promuovere l’uso della bicicletta nelle sue più diverse forme. Ci sarà anche chi di chilometri ne macina parecchi, come Daniele Valiante, agronomo e appassionato di sport, che racconta TRAKA state of mind, una gara eroica che richiede tante ore in sella con 4500 metri di dislivello e una traccia con soli 50 chilometri di asfalto.

PINAR PINZUTI, ATTIVISTA e sensibilizzatrice parlerà della Fancy Women Bike Ride, un movimento internazionale guidato da donne indipendenti che celebra la gioia di andare in bicicletta e la necessità per esse di rivendicare lo spazio pubblico. E c’è altro, molto altro ancora. Come Plastic Free Ride: Sara Mazzarella e Raffaele Fanini, appassionati della vita outdoor, dal 2019 pedalano raccogliendo i rifiuti che trovano lungo strade e sentieri, creando un movimento di sensibilizzazione verso il tema dell’inquinamento da rifiuti plastici e incoraggiando l’assunzione di comportamenti più consapevoli e sostenibili. Una bicicletta, o meglio, tante biciclette (forse), ci salveranno.

IL PROGRAMMA COMPLETO della tre giorni veneziana si può consultare sul sito www.pedalandoavenezia.com.