Si sa, l’ Italia è un paese piuttosto curioso: patria di un ciclismo eroico che attirava dalle masse operaie agli aristocratici passando per artisti e poeti, in larga parte climaticamente, paesaggisticamente e socialmente predisposta al movimento lento a pedali, sede di aziende prestigiose del settore, è incredibilmente il brutto anatroccolo delle infrastrutture ciclistiche e della cultura della bicicletta. IL CONFRONTO CON ALCUNI PAESI EUROPEI è impietoso, soprattutto se guardiamo a nord, verso l’Olanda, la Germania e verso quelli scandinavi, che cinquant’anni fa hanno iniziato a ripensare interamente le città e le strade attorno alle due ruote creando una rete estesa...