Sembra proprio che la Polonia voglia dar luogo ad una svolta in ambito energetico e rivolgersi al nucleare. È nota la sua dipendenza dal carbone che risulta essere la maggiore all’interno dell’Unione europea; una dipendenza che Varsavia mostra di voler ridimensionare con propositi peraltro ambiziosi che vorrebbero farla diventare una realtà importante sul piano della produzione di energia nucleare.

Per realizzare questo progetto, però, il paese non ha scelto partner europei, ma ha guardato altrove: di recente, infatti, le autorità polacche hanno siglato accordi con gli americani della Westinghouse e con la Corea del Sud.

I medesimi sono stati siglati con l’obiettivo di edificare due centrali: si parla di un totale di otto reattori con i quali giungere al soddisfacimento di un terzo del fabbisogno nazionale in termini di energia elettrica, entro il 2040.

Il fatto non deve stupire quando si pensa che, negli ultimi tempi, tutti i paesi di Visegrád (V4, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria) hanno mostrato un orientamento incline al nucleare. In altre parole, se il Green Deal Europeo propende per lo sfruttamento delle energie rinnovabili per affrontare i problemi climatici che caratterizzano in modo sempre più critico il presente del nostro pianeta, il V4 ritiene invece che l’approdo al nucleare sia il modo migliore e più efficace di superare l’era delle centrali a carbone.

I paesi del V4, mostrano, insomma, di vedere nell’energia nucleare uno strumento fondamentale per la transizione energetica.  Circa un anno fa, le loro autorità avevano affermato che senza il nucleare non si potrà raggiungere la neutralità climatica che l’Ue intende realizzare entro il 2050.

L’Ungheria di Orbán ha iniziato nel 2014 a siglare accordi con la Russia per investimenti in ambito nucleare e nuove intese sono state raggiunte più di recente, mentre la Repubblica Ceca aveva mostrato di recente di voler sostituire la sua ingente produzione di carbone con l’energia nucleare, ma occorre considerare che questa operazione presuppone tempi troppo lunghi per il Green Deal.

Per quanto la Polonia sia stata il terzo paese più colpito dal disastro di Chernobyl, anche la sua scelta si orienta sul nucleare. Tornando agli accordi firmati di recente da Varsavia vi è da dire che quello con la Corea del Sud prevede la realizzazione di quattro reattori presso la città di Konin, situata nella parte centrale del paese, la cui produzione attuale di energia elettrica dipende per circa il 70% dal carbone.

Bisogna però tenere conto del fatto che le sanzioni dell’Ue alla Russia mettono a rischio le forniture di lignite.

L’altro accordo, quello con la Westinghouse, riguarda la costruzione di una centrale nucleare nel nord del paese. Essa viene presentata come il primo impianto di questo genere a entrare in funzione in terra polacca. Il raggiungimento della sua piena operatività è previsto per il 2033.

Per Washington la scelta della Polonia è motivo di soddisfazione soprattutto per la possibilità di sottrarre spazio e influenza alla Russia in ambito energetico e non solo. Quella dell’energia è quindi una carta che gli USA giocano per compattare sempre più quella che ha assunto i connotati di una “crociata” occidentale contro Mosca che Nato e dintorni descrivono come unica responsabile del conflitto in Ucraina e relativa crisi internazionale. La realtà, però, è ben più complessa.