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Varese, anche nell’ex feudo leghista la destra rincorre

Varese, anche nell’ex feudo leghista la destra rincorreDavide Galimberti

Varese In via Bellerio resta la preoccupazione per l’ex roccaforte leghista nella quale la riconferma del candidato Pd rappresenterebbe una significativa sconfitta anche in chiave nazionale

Pubblicato circa 3 anni faEdizione del 17 ottobre 2021

«Sconfitti a Roma, Torino e Varese? La notizia sarebbe se vinciamo: sono tutte città in mano al centrosinistra», è così che il leader leghista Matteo Salvini, a 48 ore dal secondo turno delle amministrative, mette a dir poco le mani avanti. Tra i comuni che domenica e lunedì andranno al ballottaggio c’è anche quello di Varese. Ex feudo del centrodestra, retto dal 2006 al 2016 dal leghista Attilio Fontana – poi passato a Palazzo Lombardia -, da cinque anni è amministrato da Davide Galimberti, varesino del Pd in corsa per il secondo mandato e sostenuto anche da Movimento 5 Stelle, Europa Verde, civici e riformisti. Lo sfida Matteo Luigi Bianchi, milanese, già deputato per la Lega Nord, candidato del centrodestra voluto da via Bellerio dopo il rifiuto di Roberto Maroni, che a giugno aveva declinato per «motivi personali».

Al primo turno, il democratico Galimberti ha ottenuto il 48% contro il 44% dell’avversario. Nonostante questi numeri (Davide Galimberti ha totalizzato 15.693 voti a fronte dei 14.674 di Bianchi), il leader della Lega ha provato ad alzare il livello della sfida ostentando sicurezza ma l’aver perso malamente Milano e l’essere in bilico in altre città ha reso il clima teso nelle file del centrodestra. Al punto che proprio negli ultimi giorni, il segretario del Carroccio ha ritenuto necessario presidiare il territorio di Varese con ben tre appuntamenti elettorali, tra cui la chiusura della campagna elettorale, venerdì sera. «A volte Davide vince contro Golia: ho la sensazione che si possa vincere», ha detto speranzoso Salvini.

In via Bellerio, comunque, resta la preoccupazione per l’ex roccaforte leghista nella quale la riconferma del candidato Pd rappresenterebbe una significativa sconfitta anche in chiave nazionale. Bianchi è sostenuto anche da Forza Italia, Noi Con l’Italia, Popolo della famiglia, Fratelli d’Italia. Proprio Silvio Berlusconi aveva rimarcato l’impegno degli azzurri per «dare una buona amministrazione alla città». Tiepida, invece, la partecipazione della leader di FdI Giorgia Meloni, impegnata in altre battaglie a Roma.

Al secondo turno potrebbero essere determinanti la spinta alle urne degli astensionisti di due settimane fa e il sostegno dei candidati rimasti fuori. Ma nessuna mano tesa è arrivata da Daniele Zanzi, Franco Tomasella, Giuseppe Pitarresi e Carlo Alberto Coletto di Azione, fermo sulla linea del «né con Lega né con i 5 Stelle». Il che mette fuori dai radar sia Bianchi che Galimberti. Se Luigi Bianchi, lo sfidante leghista, spera di convincere una parte di quel «50 per cento di elettori che al primo turno non sono andati a votare», il sindaco uscente Davide Galimberti, che ha mancato la vittoria al primo turno per soli due punti percentuali, chiede «un ultimo sforzo».

Così come la campagna elettorale prima del 3 e 4 ottobre, anche questo sprint finale per il secondo turno è stato incentrato sul tema dei quartieri: innovazione green e tecnologica le parole chiave di Galimberti, periferie e sicurezza i cavalli di battaglia di Bianchi, che ha addirittura annunciato – non senza polemiche – di voler spostare gli uffici comunali in un’ex caserma.

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