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Va a fuoco l’impianto dei rifiuti contestato. Nube tossica su Roma

Va a fuoco l’impianto dei rifiuti contestato. Nube tossica su RomaL'incendio nel capannone in via Salaria – LaPresse

L'acre romano Un incendio devasta il Tmb di via Salaria contro il quale da tempo protestavano i cittadini. Allarme per l’aria irrespirabile

Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 12 dicembre 2018

Sono le 11 di una mattinata romana fredda e tersa quando Virginia Raggi twitta da Ostia, sul litorale capitolino, per annunciare la demolizione di uno stabilimento balneare abusivo e ribadire uno dei suoi tormentoni elettorali: «Il vento è cambiato». La metafora risulta quanto mai inopportuna, e questa gaffe forse rimarrà per sempre attaccata alla sua immagine, perché in quelle stesse ore i suoi concittadini si affacciano alla finestra e con il naso all’insù assaggiano l’odore acre che proprio il vento di tramontana sta spargendo su gran parte della Capitale. Si scorge una nuvola nera, circola qualche immagine in cui addirittura il fumo che si solleva dalla periferia nordorientale assume il profilo inquietante di un fungo atomico.

LE FIAMME, SI SCOPRE nel giro di pochissimo, sono divampate da un esplosione verificatasi intorno alle 4.30 del mattino all’interno di un capannone di 2 mila metri quadrati in via Salaria, vicino all’Aeroporto dell’Urbe. È il Tbm, uno dei centri di trasformazione dei rifiuti indifferenziati di Ama da tempo al centro di proteste dei cittadini. Quelle lotte non erano immotivate: Arpa ha certificato appena un mese fa che al Salario non c’è più una stazione di lavorazione dell’immondizia ma qualcosa che assomigliava a una discarica.

Le scuole sono aperte, la città dovrebbe proseguire la vita di sempre. Al vicino liceo Aristofane vengono distribuite mascherine per proteggersi dal fumo. Uno esperto come Daniele Fortini, che è stato presidente del Cda di Ama e che ha lasciato la sua poltrona poco dopo l’insediamento dell’amministrazione monocolore del Movimento 5 Stelle, sostiene che hanno preso fuoco tremila tonnellate di rifiuti «che hanno sprigionato la quantità di diossina che 100 inceneritori fanno in un anno». A quel punto Raggi monta in macchina e si precipita al Salario. Cerca di utilizzare toni rassicuranti: «Arpa ha comunicato che i valori sono a livelli ordinari». Ma si apprende che i dati definitivi circa la qualità dell’aria in seguito all’incendio si avranno soltanto venerdì prossimo, il 14 dicembre.

L’assessore all’ambiente Pinuccia Montanari invita la popolazione a tenere chiuse le finestre «in via precauzionale». Dal Campidoglio consigliano di evitare attività all’aperto. La procura di Roma indaga per disastro colposo.

«NON SONO AFFATTO tranquillo sulla non tossicità del rogo, qui dentro c’è diossina, c’erano 5 tonnellate di rifiuti indifferenziati. Che vuol dire di tutto, dalle batterie per le macchine alla plastica…», si lamenta Adriano Travaglia che fa parte dei comitati che da anni si battono contro questo impianto operativo in mezzo a un’area in cui vivono almeno 40 mila persone. L’impressione è che i fantasmi della Terra dei fuochi e gli allarmi ecologici che in questi anni sono arrivati da luoghi nascosti alla vista dei più siano apparsi per una mattina a poche centinaia di metri dai palazzi del potere, perfettamente visibili e impossibili da nascondere. Se ne accorgono alcuni deputati grillini che, rispolverando un sintagma d’altri tempi riferito a tutt’altri fuochi, parlano di «attacco al cuore dello Stato»: si sarebbe voluta colpire la Capitale per puntare in alto.

È lo stesso sospetto che anima la romana Paola Taverna, vicepresidente del Senato del M5S, che si chiede retoricamente: «È solo un caso?». E in fondo anche il ministro Sergio Costa, uomo d’armi sempre low profile, allude a qualche dietrologia, quando afferma: «Questo incendio arriva proprio mentre stavamo sistemando le cose». Dell’incendio, e di fatti ad esso collegati come il fatto che pare che le telecamere di sorveglianza si trovassero fuori uso proprio da venerdì scorso, se ne occuperà il pm Carlo Villani, che già ha sulla sua scrivania il fascicolo sull’impianto con l’ipotesi di reato di inquinamento ambientale e attività di rifiuti non autorizzata.

QUANTO A COSTA, il Pd chiede che venga a riferire in Parlamento sulla grave situazione dei rifiuti romani. Raggi parla di «cabina di regia» per gestire il prevedibile incremento dei rifiuti sotto le vacanze di Natale, in una città che non ha mai raggiunto la normalità quanto a raccolta dell’immondizia. Poi lancia il suo appello: «Le altre regioni ci aiutino».

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