Approvvigionamenti energetici, rinnovabili, il «Piano Mattei per l’Africa». La libertà di stampa, i finanziamenti dai colossi delle fonti fossili ai media. La prima causa civile nel nostro paese contro Eni, Ministero dell’Economia e Cassa depositi e prestiti per i danni climatici. Sono i temi affrontati la scorsa settimana durante la conferenza stampa Energia per il Futuro tenutasi presso la sala stampa della Camera dei Deputati. Il professore Ugo Bardi di Energia per l’Italia ha chiarito: «Non ci sono problemi di disponibilità energetica. Ci sono prezzi alti. Continua invece il crollo dei prezzi dell’energia rinnovabile, questo punto favorevole non è stato assimilato né dalla politica né dagli industriali. Siamo bloccati da sistemi burocratici e da una visione culturale obsoleta».

Le proposte concrete per far fronte alla crisi climatica sono arrivate da Enrico Gagliano di Energia per l’Italia: «Arrivare al 100% delle rinnovabili è possibile – ha detto – basta con gli investimenti alle fonti fossili, basta permessi per nuove prospezioni. Occorre usare i sussidi ambientalmente dannosi, tra i 20 e i 30 miliardi, per finanziare la transizione. Vanno abbattuti i tempi autorizzativi per le rinnovabili». Angelo Bonelli, deputato per Alleanza Verdi e Sinistra, ha denunciato: «Il governo Meloni vuole trasformare il sud d’Italia in un hub del gas e c’è una relazione profonda con il Piano Mattei per l’Africa, che è una nuova forma di colonizzazione, appaltando la politica estera a Eni che ha interessi per i biocarburanti. Questo governo vuole azzoppare la transizione ecologica e difendere lo status quo».

Di emergenza climatica e media ha parlato Giancarlo Sturloni di Greenpeace Italia: «Si parla poco di clima sui mezzi di informazione e non come un’emergenza, sui tg nel 2022 meno del 2% delle notizie accenna alla crisi climatica. Non si nominano quasi mai cause e responsabili, combustibili fossili e aziende. I primi 5 quotidiani hanno due pubblicità al giorno di aziende inquinanti. Quasi tutti i quotidiani, le radio e le tv dipendono per sopravvivere dall’industria fossile e il negazionismo sui media è tornato ad alzare la testa». Per ReCommon Alessandro Runci ha presentato la Giusta Causa: «A maggio con Greenpeace e 12 cittadini abbiamo avviato una causa civile contro Eni al tribunale di Roma. Chiediamo di accertare le sue responsabilità sulla crisi climatica e di imporgli la revisione del piano industriale con una riduzione del 45% delle emissioni al 2030».