Usa, record di contagi: 50mila i nuovi casi giornalieri
Coronavirus Per Trump la situazione è sotto controllo, ma sulle mascherine fa un mezzo passo indietro, senza spingersi a raccomandarle ai cittadini
Coronavirus Per Trump la situazione è sotto controllo, ma sulle mascherine fa un mezzo passo indietro, senza spingersi a raccomandarle ai cittadini
Anche se il numero giornaliero di nuovi casi di coronavirus negli Stati Uniti ha superato i 50mila e gli esperti affermano che la situazione potrebbe ancora peggiorare, Donald Trump insiste nel dire che la sua amministrazione ha la pandemia sotto controllo e che in Usa tutto sta andando per il meglio.
Durante una conferenza stampa mattutina organizzata all’ultimo momento per festeggiare i dati sulla disoccupazione passati dal 13,3% a “solo” l’11,1%, il presidente si è vantato dei passi che la sua amministrazione ha intrapreso per contenere la pandemia.
«Abbiamo implementato una strategia aggressiva per sconfiggere e uccidere il virus e proteggere gli americani a più alto rischio, consentendo nel contempo a quelli a rischio più basso di tornare in sicurezza al lavoro. In molti casi abbiamo fatto un lavoro incredibile».
A dire il vero i pochi Stati che in questo momento non stanno vedendo salire i numeri di contagi e ospedalizzazioni, sono quelli a guida democratica che durante marzo e aprile si sono scontrati più duramente con la Casa Bianca per avere i respiratori, i test e gli aiuti necessari per implementare le strategie di contenimento che hanno appiattito la curva di questa pandemia.
Gli Stati repubblicani che, invece, hanno seguito le pressioni di Trump e hanno riaperto per primi sono proprio quelli più colpiti, Florida, Ariziona, Texas, a eccezione della democratica California che, dopo essere stata il fiore all’occhiello Usa per il contenimento del virus, ora si trova in pessime acque, tanto che il governatore, Gavin Newsom, ha ordinato la chiusura dei bar appena riaperti e ha interrotto le attività al chiuso di ristoranti, cinema, musei e zoo. A West Hollywood le forze dell’ordine inizieranno a multare chi non indossa le mascherine, con un’ammenda di 300 dollari.
Sulla questione mascherine Trump ha fatto un piccolo passo indietro. Dopo aver dichiarato per mesi di non volerla indossare e di non vederne tutta questa necessità, The Donald durante un’intervista a Fox Business, ha affermato di essere a favore dell’utilizzo della mascherina e di utilizzarla quando si trova a meno di 3 metri da qualcuno, ma che ciò non accade spesso in quanto chi si avvicina a lui deve prima essere sottoposto a test.
Alla domanda se sarebbe pronto a indossare una mascherina in pubblico, Trump ha dichiarato di «non avere problemi», anzi, ha aggiunto, ne possiede una che gli sta benissimo e lo fa assomigliare a «Lone Ranger», personaggio di fantasia che indossa una maschera sugli occhi.
Il tycoon non si è spinto fino a raccomandare ai cittadini l’uso della mascherina, e interrogato in proposito ha detto che bisogna adeguarsi alle leggi locali ma, più di tutto, «bisogna fare ciò che fa sentire bene».
Proprio riguardo ciò che fa sentire bene, un sindacato che rappresenta i giudici che si occupano di immigrazione ha intentato una causa contro l’amministrazione Trump, sostenendo che il governo sta soffocando i diritti dei giudici di parlare pubblicamente su questioni chiave, tra cui la minaccia di Covid-19 alla loro vita e alla salute pubblica.
La causa è stata intentata in quanto il governo ha deciso di riaprire i tribunali per l’immigrazione, nonostante i numeri in ascesa della pandemia, e senza fornire linee guida.
Ashley Tabbador, un giudice dell’immigrazione di Los Angeles, e presidente della National Association of Immigration Judges, ha dichiarato che c’è una ragione se il governo non rilascia linee guida sulla riapertura dei tribunali e su i parametri da seguire per decidere farlo in sicurezza. «Se non si ha intenzione di condividere informazioni e non si dicono quali standard vengono utilizzati – ha detto Tabbador – essenzialmente si sta solo cercando di scaricare il governo di ogni responsabilità».
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