Internazionale

Usa, i mass shooting irrompono nella campagne elettorale

Colin Gray, il padre dell’autore del mass shooting all’Appalachee High School (in Georgia) in tribunaleColin Gray, il padre dell’autore del mass shooting all’Appalachee High School (in Georgia) in tribunale – Brynn Anderson/Ap

Stati uniti Accusa di omicidio colposo per il padre dello stragista della Georgia

Pubblicato circa 2 mesi faEdizione del 7 settembre 2024

Il padre di Colt Gray, il 14enne accusato della sparatoria alla Apalachee High School di Winder, in Georgia, dove sono morti due studenti e due insegnanti, è stato arrestato per aver «consapevolmente permesso» al figlio di avere un’arma, in quanto ha detto agli investigatori di essere stato proprio lui a regalare al figlio per Natale il fucile Ar-15 usato nella strage.

COLIN GRAY, 54 anni, ora è accusato di quattro capi di imputazione per omicidio colposo, due per omicidio di secondo grado e otto per crudeltà verso i minori, tutte le accuse sono per «aver permesso consapevolmente al figlio di avere un’arma», così come riferito dal direttore dell’Ufficio delle investigazioni della Georgia.

Negli Usa il dibattito sulla responsabilità genitoriale nelle sparatorie che avvengono a scuola è sempre più aperto. Lo scorso aprile, in Michigan, i genitori di un adolescente che aveva ucciso quattro persone in una sparatoria a scuola, sono stati condannati a 10-15 anni di prigione, diventando il primo caso in cui dei genitori sono stati ritenuti co-responsabili di un mass shooting compiuto dal figlio. In quel caso Jennifer e James Crumbley sono stati condannati per omicidio colposo, e ora Colin Gray potrebbe seguire quel precedente.

Un mass shooting nelle scuole, avvenuto proprio il primo giorno di riapertura dopo le vacanze estive, ha portato il tema al centro di questa campagna elettorale. «È una tragedia insensata», ha detto la vicepresidente Kamala Harris, che durante il suo comizio ha promesso una stretta sui controlli per l’acquisto di armi, andando anche contro il compagno di corsa di Donald Trump, JD Vance, che durante un comizio dopo il massacro ha definito le sparatorie nelle scuole «un fatto della vita», di cui insomma farsi una ragione. Il vice designato di Harris, Tim Walz ha commentato le sue parole su X: «Non possiamo abbandonare i nostri figli: meritano di meglio».

PER JD VANCE, invece, «se sei uno psicopatico e vuoi fare notizia, ti rendi conto che le scuole sono bersagli facili», dunque la soluzione è «rafforzare la sicurezza nelle nostre scuole». E ha proseguito affermando che eliminare le armi non serve: «Dobbiamo pensare a come rendere le sparatorie meno frequenti. La risposta di Kamala Harris è togliere le armi ai cittadini americani rispettosi della legge, mentre è chiaro che delle leggi severe sulle armi non risolveranno il problema». Non è una dichiarazione più di tanto sorprendente visto che Vance è il vice scelto da Trump, che si professa uno strenuo sostenitore del secondo emendamento della Costituzione, e liquida il dramma delle stragi come una questione che riguarda solo la salute mentale.

«LA VICEPRESIDENTE Harris e il governatore Walz – è stata la risposta della campagna elettorale democratica – sanno che possiamo agire per proteggere i nostri figli e tenere le armi lontane dalle mani dei criminali. Donald Trump e JD Vance sceglieranno sempre la Nra e le lobby delle armi rispetto ai nostri figli».
Sulla sparatoria si è espresso anche Joe Biden: «Bisogna ritenere i genitori responsabili se lasciano che i loro figli abbiano accesso a queste armi. Come Paese non possiamo continuare ad accettare la carneficina della violenza armata: dobbiamo fare di più».

ATTACCATO da tutti i fronti, Vance si è difeso su X, dove ha accusato la vicepresidente di «mentire». «Kamala vuole togliere la sicurezza dalle nostre scuole invece di proteggere i nostri figli. Invece di affrontare i suoi fallimenti, mente su ciò che ho detto. Altra prova di disperazione dalla più grande frode della politica americana».

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