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Università, oggi l’assemblea a Roma: «No al precariato e i tagli alla ricerca»

Università, oggi l’assemblea a Roma: «No al precariato e i tagli alla ricerca»

I tagli agli italiani Alla Sapienza di Roma l'incontro nazionale contro la riforma Bernini che aumenterà il precariato tra i ricercatori e i tagli complessivi da 500 milioni agli atenei. La preoccupazione delle società scientifiche per il ridimensionamento della ricerca e il post-Pnrr

Pubblicato 3 giorni faEdizione del 25 ottobre 2024

Oggi dalle 14 nell’aula A del Dipartimento di scienze biochimiche della Sapienza di Roma si svolgerà l’assemblea nazionale contro la riforma voluta dalla ministra dell’università Anna Maria Bernini che propone la moltiplicazione delle figure precarie nell’università e nella ricerca e i tagli agli atenei per complessivi 500 milioni.

L’incontro è stato preparato da una serie di assemblee e incontri negli ultimi giorni. Da Verona a Cosenza o Pisa precari e docenti hanno iniziato una mobilitazione. Una rete si è formata e ha preso il nome di «Novantapercento». Le ragioni di questo nome sono spiegate sul canale Telegram e il sito: «Il 90% di chi ha fatto dottorato, assegno o ha fatto un contratto di ricerca a tempo determinato «di tipo A» è espulso dall’accademia – spiegano – Il 10% che ce la fa si fa mantenere, va in terapia, rimanda la vita».

La riforma Bernini intende riattivare gli assegni di ricerca con il nome di «Borse per assistenti senior», costruirà assegnini con retribuzione ridotta («le borse junior») – spiega la Flc Cgil che parteciperà all’assemblea – Ci sarà «un post-doc anche con funzioni didattiche e sarà introdotto il professore aggiunto che rischia di replicare con ancora più flessibilità e discrezionalità le già abusate figure dei professori straordinari». «A noi – commentano i ricercatori di «Novantapercento» – non servono nuovi contratti precari: servono i soldi per vivere, per far vivere la ricerca e non rendere obbligatorio scegliere tra farsi mantenere o diventare ricercatori. Vogliamo un percorso chiaro e diritti e doveri certi. Vogliamo i finanziamenti necessari». Con la chiusura del Pnrr nel 2026 saranno moltissimi i precari a perdere il posto all’università.

La situazione di tagli e precariato è stata denunciata da 58 società scientifiche accademiche (Il Manifesto 11 ottobre). In un appello sul sito «scienza in rete» è stato denunciato il rischio di «ridimensionamento dell’università e della ricerca».

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