Un’altra finanziaria è possibile
Sbilanciamoci Quella della Meloni è una legge di bilancio che guarda al passato. La controfinanziaria di Sbilanciamoci vuole guardare ad un’Italia capace di futuro, in grado di incamminarsi sulle strade di un’economia diversa
Sbilanciamoci Quella della Meloni è una legge di bilancio che guarda al passato. La controfinanziaria di Sbilanciamoci vuole guardare ad un’Italia capace di futuro, in grado di incamminarsi sulle strade di un’economia diversa
Con la controfinanziaria che Sbilanciamoci presenta oggi alla Camera dei deputati associazioni e movimenti – come ogni anno – analizzano la legge di bilancio del governo e scrivono la propria, alternativa a quella del governo. Quest’anno ancora di più radicalmente alternativa a quella di un governo che attacca i poveri, favorisce i privilegiati, aumenta le spese militari, definanzia la sanità pubblica, e molto altro.
Si tratta (quelle di Sbilanciamoci) di 75 proposte specifiche, quasi 54 miliardi di euro, per una legge di bilancio sostenibile ed equa fondata sull’ambiente, i diritti, la pace. Esattamente l’opposto di quella del governo, che aumenta le spese militari (800 milioni), fa sconti fiscali ai ceti medio-alti del lavoro autonomo (con la flat tax), riduce i diritti sociali (iniziando a smontare il reddito di cittadinanza) e favorisce l’evasione fiscale (con l’estensione dell’uso del contante e la misura sul POS). Ma ci sono tante altre cose gravi nella legge di bilancio della Meloni: il Ponte sullo Stretto, la reintroduzione pesante dei voucher e la riduzione dei fondi al servizio civile e alla cooperazione allo sviluppo (-8%). Una legge di bilancio pessima.
Anche quest’anno Sbilanciamoci non è sfuggita al lavoro puntuale di analisi dei provvedimenti della legge di bilancio e alla elaborazione di proposte concrete e realizzabili, specifiche (per info: www.sbilanciamoci.info). Alcune delle proposte della campagna si sono tramutate in 21 emendamenti, che hanno ovviamente trovato l’ostilità del governo. Si chiedevano più soldi per il servizio civile e la cooperazione internazionale, una stretta sui paradisi fiscali, il trasporto pubblico gratuito per gli studenti, il finanziamento dei corpi civili di pace, il sostegno alle comunità energetiche. Ed altro.
Nella controfinanziaria delle associazioni e dei movimenti si disegna un’Italia diversa, che punta ad una economia sostenibile e a investimenti massicci nella sanità pubblica, nell’istruzione, nei servizi e delle strutture sociali. Un’Italia che mette al primo posto il lavoro e i diritti, la lotta alle diseguaglianze e un modello di sviluppo sostenibile; che chiede di ridurre le spese militari per destinare risorse alla cooperazione allo sviluppo e alla lotta alla povertà.
La legge di bilancio del governo propone un’idea di economia e di spesa pubblica retriva, che avvantaggia corporazioni e privilegiati: una legge di bilancio iniqua e sbagliata che, non dando risposte alla crisi del paese, propone (piccole) soluzioni dall’impianto ideologico e propagandistico, solo per motivi di consenso elettorale, per piacere agli interessi (corporativi e privatistici) di una parte del blocco sociale che la coalizione di destra rappresenta: lavoro autonomo, commercianti, evasori. Con gli 800 milioni spesi che il governo ha stanziato in più per le armi, si sarebbe potuto garantire le borse di studio a tutti gli studenti universitari (solo il 14% ne usufruisce e molte migliaia, pure ammessi al «beneficio», ne sono esclusi), portare il fondo per la non autosufficienza ad un livello dignitoso in grado di dare assistenza a 500mila anziani e disabili o assumere almeno 20mila tra infermieri e medici per il nostro Servizio sanitario pubblico
La politica economica del governo fatta di pannicelli caldi si illude di aggirare gli enormi scogli che abbiamo davanti: la crisi economica e finanziaria determinata dalla guerra, dalla emergenza energetica, dal rialzo dei tassi e dall’inflazione al 12%. E qui c’è una delle principali accuse a questo governo e alla sua legge di bilancio: l’incapacità e la mancanza di volontà di proteggere i redditi dalla perdita di potere d’acquisto di fronte ad una spirale inflattiva che non sembra fermarsi. Nella legge di bilancio non c’è praticamente nulla, se non briciole. Sarebbe necessario un meccanismo che, come in misura ancora troppo poco efficace per le pensioni (anche queste colpite dalla legge di bilancio), sia in grado di rivalutare le retribuzioni dei lavoratori di fronte all’inflazione. Una volta c’era la scala mobile. E ora?
Quella della Meloni è una legge di bilancio che guarda al passato. La controfinanziaria di Sbilanciamoci vuole guardare ad un’Italia capace di futuro, in grado di incamminarsi sulle strade di un’economia diversa in cui tornino ad avere senso parole come diritti, eguaglianza, giustizia sociale, ambiente, pace. Lo fa in modo pragmatico, con proposte concrete.
Abbiamo poche speranze che le proposte di Sbilanciamoci trovino ascolto in parlamento, lo sappiamo da sempre, e ora ancora di più. Ma pur tuttavia la controfinanziaria può essere uno strumento di informazione, di sensibilizzazione, di mobilitazione nella società civile, per spingere, anche nei prossimi mesi, il parlamento e il governo, a cambiare le scelte sbagliate che sta facendo oggi, e che rappresentano un grave danno al paese.
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