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Una settimana in sciopero della fame per il clima a Bologna: le istituzioni ancora in silenzio

Una settimana in sciopero della fame per il clima a Bologna: le istituzioni ancora in silenzioFoto di Michele Lapini

La protesta "Sono disposto a rischiare la mia salute e non smetterò finché non sarò ascoltato. Riguarda la salute di tutti"

Pubblicato 12 mesi faEdizione del 4 ottobre 2023

Da una settimana Emiliano porta avanti uno sciopero della fame per chiedere alla Regione misure contro la crisi climatica. “Sono disposto a rischiare la mia salute e non smetterò finché non sarò ascoltato”, racconta il ventiduenne al manifesto, “perché riguarda la salute di tutti”. Da ieri, anche Sun, ventun anni, ha deciso di unirsi alla disobbedienza civile, e dalle istituzioni ancora il silenzio.

Ai piedi della statua del Nettuno, a Piazza Maggiore, sono centinaia le persone che si fermano ad ascoltare le istanze del movimento ambientalista Extinction Rebellion, di cui Emiliano fa parte. Molte si uniscono allo sciopero anche solo per un giorno, nella giornata di domenica erano in più di 30. Tra queste Giulia, 26 anni: “Il nostro è un atto di empatia verso il futuro, non ci stiamo sacrificando”. La mobilitazione è spinta dai recenti eventi estremi che hanno piegato l’Emilia-Romagna, tra l’alluvione di maggio e il tornado di luglio, ma anche dal lungo periodo di siccità che ha portato il Po ai minimi storici e alla riduzione dei raccolti (il grano tenero fino al 40%). 

Le richieste alla Regione sono l’anticipazione degli obiettivi di neutralità climatica dal 2050 al 2030 e di farlo attraverso l’istituzione di assemblee cittadine. Queste sono uno strumento di democrazia deliberativa, che affianca la politica istituzionale, composte da un gruppo di cittadini sorteggiati casualmente che, dopo una prima fase informativa, formulano le politiche eco-climatiche necessarie al territorio. Secondo Giulia “sono un’innovazione che può dare come output delle politiche magari coraggiose, ma anche concrete e realizzabili, non utopiche, non ideologiche”. Si occupa a Bologna proprio di seguire i processi delle assemblee cittadine attivate a livello comunale nel 2021 – prima città italiana- grazie a due scioperi della fame sempre indetti da XR e spiega “stiamo riproponendo la medesima modalità di disobbedienza civile, ma con un target diverso: la Regione”. 

Con l’adesione allo sciopero di queste ore, a una settimana dall’inizio, si contano già circa 50 persone che “a staffetta, anche solo per un giorno” si sono unite, spiega Emiliano, che è seguito da tre medici. “L’idea infatti è che non sia un atto puramente individuale, ma di gruppo. E sta funzionando”. Giulia aggiunge “se una persona passa e si sente poi un po’ più fiduciosa rispetto alla possibilità di cambiare questo sistema, noi allora siamo riusciti già parzialmente nel nostro intento”. Ad ora, nessuna carica avrebbe concordato un incontro con gli attivisti. “Viviamo il silenzio delle istituzioni, stanno temporeggiando” raccontano, mentre Emiliano inizia a sentire la fatica.

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