Una legge per difendere  la natura. Ma l’Italia si oppone
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Una legge per difendere la natura. Ma l’Italia si oppone

Oggi all'Europarlamento Per la prima volta norme vincolanti per recuperare gli ecosistemi danneggiati entro il 2050. Il voto sulla Nature Restoration Law sarà fondamentale per Green Deal europeo

Pubblicato circa un anno faEdizione del 12 luglio 2023

Il voto di oggi dell’Europarlamento sulla Nature Restoration Law – Legge sul Ripristino della Natura – sarà fondamentale per la prosecuzione del Green Deal europeo di cui questa legge rappresenta uno dei pilastri. Presentata dalla Commissione europea un anno fa e già approvata dal Consiglio europeo, si tratta di una vera e propria legge per la natura, la prima con obiettivi vincolanti per recuperare gli ecosistemi danneggiati: almeno il 20% delle aree terrestri e marine degradate entro il 2030 e il 100% entro il 2050. Una legge ambiziosa che rappresenta un punto di svolta per la natura, il clima, l’economia e la sicurezza dei cittadini europei.

La distruzione della biodiversità nel mondo ha ormai raggiunto dimensioni catastrofiche e questo è ben evidente anche nel nostro Paese dove la diversità ecologica raggiunge valori elevatissimi: l’Italia conta metà delle specie vegetali e circa un terzo di tutte le specie animali presenti in Europa. La biodiversità italiana è però minacciata dalla modifica di habitat naturali e seminaturali causata dalle attività umane, in particolare agricoltura, turismo e sviluppo residenziale. E non è un caso che il numero più alto di specie in declino si trova lungo le coste e in pianura, dove gli impatti antropici sono più evidenti.

È quindi inspiegabile l’opposizione che, prima il governo italiano (uno dei pochi ad aver votato contro la Nature Restoration Law nel Consiglio europeo), e ora partiti come Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega stanno facendo a questa legge, la cui applicazione sarebbe fondamentale per il nostro Paese.
È indubbio che lavorare sul ripristino degli ecosistemi avrebbe effetti molto positivi per l’Italia. La sua collocazione geografica, infatti, rende la nostra penisola particolarmente soggetta agli impatti del cambiamento climatico che si innestano in un territorio già compromesso da decenni di cementificazione selvaggia, con evidenti conseguenze negative sulla sicurezza delle persone, sull’agricoltura e sulla salute dei cittadini.

Basti pensare ad interventi di miglioramento del territorio di un paese come il nostro che è fortemente interessato da fenomeni di dissesto idrogeologico: secondo l’ISPRA il 94% dei comuni italiani è a rischio frane, alluvioni ed erosione costiera e oltre 8 milioni di italiani abitano in aree ad alta pericolosità. Tutto ciò a causa di politiche scellerate di consumo del territorio che continua a crescere di 19 ettari al giorno (2 metri quadrati al secondo) con oltre 5.400 km quadrati (una dimensione pari alla Liguria) occupata da soli edifici. Rinaturalizzare e ripristinare i giusti spazi di esondazione per i corsi d’acqua, ricreare zone umide capaci di assorbire le acque in eccesso durante le precipitazioni estreme, ripristinare gli ambienti dunali per rendere le nostre coste maggiormente resilienti nei confronti dell’erosione marina: sono tutti interventi concreti che per la Nature Restoration Law andrebbero attuati con indubbi benefici, non solo per l’ambiente, ma anche per le casse dello Stato e per le attività economiche.

E tutto questo con la possibilità di accedere a cospicui fondi europei che aiuterebbero gli Stati membri a raggiungere i loro obiettivi di ripristino anche attraverso il recepimento di fondi privati. Del resto già ora linee di finanziamento quali il Programma per l’ambiente e l’azione per il clima (LIFE), il Fondo europeo per gli affari marittimi e l’acquacoltura (FEAMPA), il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR), il Fondo europeo agricolo di garanzia (FEAGA), il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), il Fondo di coesione, il Fondo per una transizione giusta, il Programma quadro di ricerca e innovazione Orizzonte Europa, contribuiscono agli obiettivi di biodiversità in maniera sostanziosa.

Come hanno sottolineato oltre 6.000 scienziati chiedendo l’approvazione di questa legge, «per affrontare le sfide globali che ci attendono, un efficace ripristino della natura e il passaggio a un uso sostenibile delle risorse sono essenziali per rispondere alle esigenze dei consumatori e dei produttori sia all’interno che all’esterno dell’Unione Europea».

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