Dopo la rottura dell’accordo, in precedenza sottoscritto con il Pd, da parte di Calenda a nome di Azione, riteniamo più che mai valide le ragioni dell’appello (pubblicato da il manifesto del 3/8/22) che avevamo rivolto a tutti i partiti che non stanno con le destre. Un appello a porre la difesa e l’attuazione della Costituzione a fondamento della presentazione di candidature concordate nei collegi uninominali, per fermare il pericolo di cappotto della destra nel maggioritario, che le consentirebbe di modificare unilateralmente la nostra Carta fondamentale, puntando sul Presidenzialismo e mettendo a rischio l’unità nazionale con l’autonomia regionale differenziata.

Non è sufficiente l’impegno assunto dal Pd con Sinistra italiana e i Verdi a contrastare ogni iniziativa mirata a modificare l’impianto della nostra Carta fondamentale, ribadendo l’opposizione al Presidenzialismo, la volontà di difendere la centralità del Parlamento e l’unità nazionale, contro ogni tentativo di alimentare le disuguaglianze tra territori.

Per potere dare un seguito a queste impegnative affermazioni è necessario la costruzione di una coalizione nell’uninominale che comprenda anche il Movimento 5 Stelle e altre formazioni di sinistra, senza il cui contributo, tanto più dopo la defezione di Calenda, è più difficile contrastare efficacemente le destre.

Riteniamo che l’urgenza di una risposta obblighi tutti i partiti antifascisti, a rivedere i precedenti orientamenti e ad aprire sulla base della Costituzione a quanti non stanno con le destre per arrivare ad una coalizione di emergenza solo nel maggioritario uninominale. Ogni partito o coalizione potrà fare valere il suo punto di vista nelle circoscrizioni proporzionali.

Il voto nel proporzionale si trasferisce in automatico nel maggioritario uninominale e il voto nei collegi uninominali si suddivide pro quota nel proporzionale, quindi non ci sono vantaggi o svantaggi per i singoli partiti, ma solo un vantaggio complessivo per chi si oppone alle destre e vuole difendere ed attuare la Costituzione.

I promotori dell’appello: Pietro Adami, Mario Agostinelli, Gaetano Azzariti, Francesco Baicchi, Anna Falcone, Antonio Floridia, Raniero La Valle, Domenico Gallo, Alfiero Grandi, Silvia Manderino, Francesco Pallante, Livio Pepino, Antonio Pileggi, Maria Ricciardi Giannoni, Massimo Serafini, Massimo Scalia, Massimo Villone, Vincenzo Vita, Mauro Volpi.