Un socialista a palazzo dei Bruzi . A Cosenza vince Franz Caruso
La città di Manicini Già al primo turno il sentore era che la rimonta fosse a portata di mano. Bastava confrontare i dati delle regionali con le comunali per capire che il centrodestra solo, […]
La città di Manicini Già al primo turno il sentore era che la rimonta fosse a portata di mano. Bastava confrontare i dati delle regionali con le comunali per capire che il centrodestra solo, […]
Già al primo turno il sentore era che la rimonta fosse a portata di mano. Bastava confrontare i dati delle regionali con le comunali per capire che il centrodestra solo, isolato ed autoreferenziale, era minoranza in città. La somma delle performance di Luigi de Magistris, Amalia Bruni e Mario Oliverio sfiorava il 60%. Se a questo si univa lo scarso appeal di Mario Occhiuto, sindaco per 10 anni, che quasi come discendenza dinastica candidava il suo vicesindaco, l’ottimismo dalle parti del centrosinistra lievitava. Cosenza si risveglia socialista dopo 20 anni. La città dei Mancini riporta il garofano a Palazzo dei Bruzi. Franz Caruso vince, anzi stravince. Nel duello col rivale omonimo, gli ha portato fortuna l’esotico nome asburgico Franz, confezionatogli dalla mamma quando era bambino. Lo sfidante di centrodestra, Francesco Caruso, è asfaltato: 57,4% versus 42,6%. Bastano pochi dati per spiegare il ribaltone.
Francesco Caruso al primo turno aveva ottenuto 13mila voti. Due settimane dopo ne ha presi appena 10.600. La destra non è riuscita a riportare neanche il suo elettorato alle urne. L’astensione tra primo e secondo turno è la più alta in Italia: dal 64,4% del 3/4 ottobre al 44,3% di ieri. Il neo sindaco invece ha quasi raddoppiato il suo score iniziale: da 8.340 voti a 14.413. Un exploit atteso, ma non in queste dimensioni. Il Pd finalmente ne imbrocca una. Ha dato il suo contributo alla vittoria di Franz Caruso, sebbene sia la quarta lista per numero di consensi ottenuti in città. Gran parte del merito spetta al commissario Francesco Boccia, che dopo i fasti da ministro qui ha avuto il coraggio di candidare un avvocato, socialista e garantista. In controtendenza rispetto al giustizialismo imperante anche a queste latitudini. Nella vittoria al ballottaggio pesano di sicuro le dichiarazioni di voto dell’unica donna candidata sindaca, Bianca Rende, sostenuta anche dai 5stelle, che aveva ottenuto il 12,5%, ma soprattutto i 4861 consensi di un ex occhiutiano, il candidato civico Francesco De Cicco, già assessore della giunta uscente di centrodestra. Ambedue sono tra i papabili per diventare vice sindaco.
Dunque i cosentini hanno voltato le spalle alla “città vetrina”, allestita dagli Occhiuto. Non avrà un compito facile, il neosindaco. Franz Caruso dovrà abbattere le mura invisibili erette in questi anni tra il centro cittadino e i quartieri popolari. Bisognerà soccorrere il pericolante centro storico, affrontare l’emergenza idrica mai realmente risolta. Inoltre, c’è la viabilità da riordinare. Il forzista Occhiuto ha pedonalizzato il centro, realizzando piste ciclabili e chiudendo le piazze al traffico automobilistico. Idee interessanti, innovative! Peccato che la sua amministrazione abbia imposto il rispetto delle regole solo ai residenti, dimenticando di imporle anche a certi commercianti e al popolo dello shopping e della movida.
Parcheggi azzerati, doppie file sempre tollerate, invadenti i gazebo concessi alla ristorazione, cantieri permanenti ovunque, pressoché assente l’investimento nella cultura. Le strutture per l’infanzia, aperte nel decennio in cui la città fu amministrata da Giacomo Mancini, sono state falcidiate dai tagli alla spesa in materia di welfare locale. Molti edifici pubblici, come il castello Svevo, sono stati affidati in concessione ai privati. Il dissesto finanziario ha paralizzato ogni forma di programmazione. Franz Caruso ama le auto da corsa, la pesca subacquea, la buona cucina. Dovrà attingere all’energia delle sue passioni, prestare ascolto al florido associazionismo locale, se vorrà risollevare Cosenza.
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