Kiko Llaneras
Kiko Llaneras
Europa

«Un sistema di prevenzione efficace deve sbagliare per eccesso»

Spagna Kiko Llaneras, ingegnere ed esperto di dati e grafici, firma del quotidiano El País: «Importante è accettare che possiamo prendere decisioni informate basate sulla scienza anche in condizioni di incertezza. Non sono sempre necessarie informazioni complete»
Pubblicato circa 2 ore faEdizione del 2 novembre 2024

Il momento che inchioda per sempre il presidente della Generalitat Valenciana alle sue responsabilità politiche per le centinaia di morti provocate dalla catastrofica tempesta è il video dell’ora di pranzo di martedì in cui sminuiva il pericolo che i suoi concittadini stavano per correre. La mattina stessa l’organismo scientifico di riferimento in questi casi, l’Agenzia della meteorologia spagnola, l’Aemet, aveva emesso un allerta rossa – il massimo, e da giorni avvertiva della possibilità che la situazione precipitasse.

Solo 12 ore dopo l’avviso, la Generalitat aveva mandato un tardivo alert sui cellulari dei valenziani invitandoli a non uscire di casa – i morti erano già decine. Il giorno dopo, il segretario generale del Pp Alberto Núñez Feijóo, aveva attaccato l’Aemet. E Vox ne aveva denunciato per omicidio colposo la presidente.

Questo triste aneddoto mette in luce ancora una volta quanto importante è il ruolo che gioca l’informazione scientifica nella presa di decisioni, quelle che possono salvare vita. Ne parliamo con Kiko Llaneras, ingegnere ed esperto di dati e grafici, firma del quotidiano El País.

«Ricordare in ogni momento che la scienza non offre risposte categoriche è senza dubbio una sfida», ci dice.

Spesso si usa la frase “scientificamente provato” come sinonimo di “sicuro”.
È un’espressione che nell’immaginario collettivo associa l’idea di “metodo scientifico” a sicurezza e precisione assoluta. Ma la scienza ruota attorno al dubbio e alla gestione dell’incertezza. La nostra conoscenza è sempre parziale e incompleta. Informarsi significa accettare questa idea. Come disse il fisico Feynman: «La conoscenza scientifica è un insieme di affermazioni con vari gradi di certezza: alcune molto incerte, altre quasi certe, ma nessuna assolutamente certa».

Difficile accettarlo per chi vuole risposte semplici.
Già. Ma importante è anche accettare che possiamo prendere decisioni informate basate sulla scienza anche in condizioni di incertezza. Per agire non sono necessarie informazioni complete; al contrario, dobbiamo quasi sempre prendere decisioni – ad esempio nella gestione di un’emergenza – armati solo delle migliori informazioni disponibili.

Cosa devono fare le istituzioni per prendere le decisioni corrette?
Bisogna lavorare su più fronti. Per esempio, bisogna comunicare bene. Gli avvisi devono essere scritti in un linguaggio semplice e chiaro. Quindi deve esserci un equilibrio ficile tra il numero di avvisi inviati e il modo in cui la gravità viene valutata ogni volta. Se si inviano 100 allarmi rossi all’anno e non c’è nessun livello superiore al rosso, è molto difficile distinguere un evento come quello di Valencia da altri allarmi di ordine inferiore. Come organismo, devi poter graduare l’allarme. Ma devi riuscire a far arrivare ai cittadini l’emergenza e l’eccezionalità di situazioni come queste.

I dati oggi sono migliori.
Le previsioni del tempo stanno migliorando. Salvano vite. Ma bisogna imparare a gestire gli inevitabili falsi allarmi. Un sistema di prevenzione efficace deve sbagliare per eccesso. E i cittadini devono essere preparati e informati che questa non sarà negligenza, ma piuttosto un successo. Se vuoi prevenire lo straordinario, è inevitabile agire in modo eccessivo in alcuni momenti.

I concetti di probabilità, incertezze, errori sono maledettamente difficili da spiegare. Soprattutto se diamo priorità a messaggi brevi, semplici e d’impatto.
Penso che ci sia una paura eccessiva di spiegare realtà complesse ai cittadini. Sono sottovalutati, il che a volte nasconde una certa arroganza. Come comunicatore, la mia ricetta è pensare che i lettori siano intelligenti, capaci di comprendere i problemi come sono. Quella che scarseggia in tutti noi è l’attenzione. Per questo bisogna comunicare in modo semplice e chiaro. Senza pensare che l’altra parte manchi di intelligenza, ma dando per scontato che manchi il tempo. La gente può capire il concetto di probabilità? Ovviamente, se sono interessati a quello che hai da dire. Quando tocca la loro vita. Tutti possiamo capire che un allarme per rischio estremo significa che esiste la possibilità che si verifichino problemi molto seri – magari il 5% – anche se allo stesso tempo ciò accadrà solo una volta su venti.

 

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