Europa

La meteorologa Isabel Moreno: «La miccia di questi eventi è il riscaldamento del mare»

Vista della distruzione nel comune di Letur colpito dall'alluvione foto AnsaIl giorno dopo l’alluvione a Letur, nel centro della Spagna – Ansa

Intervista «Fare un pronostico su un fenomeno come questo è molto complicato perché si tratta di sistemi erratici». Il World Weather Attribution: «Il cambiamento climatico è la spiegazione più probabile poiché un’atmosfera più calda può contenere più umidità, portando a rovesci più forti»

Pubblicato circa 2 ore faEdizione del 1 novembre 2024

Tutti gli indizi segnalano che l’alluvione che ha causato più di 155 morti in Spagna questa settimana portano a un colpevole: il cambiamento climatico. Gli scienziati sono cauti: non è possibile attribuire un evento, per quanto catastrofico, direttamente al cambiamento climatico. Almeno senza averlo studiato nel dettaglio.

Ma secondo una prima rapida analisi del World Weather Attribution (Wwa), un gruppo di riferimento a livello mondiale, le piogge torrenziali sono state il 12% più intense e due volte più probabili rispetto al clima preindustriale, cioè senza un pianeta più caldo di 1,3°C. L’analisi è solo preliminare perché non sono stati utilizzati ancora modelli climatici per simulare questo evento in un mondo senza riscaldamento indotto dalle attività umane. Ma il Wwa afferma che «il cambiamento climatico è la spiegazione più probabile poiché un’atmosfera più calda può contenere più umidità, portando a rovesci più forti. La relazione di Clausius-Clapeyron indica che a 1,3 °C di riscaldamento globale, l’atmosfera può contenere circa il 9% di umidità in più», spiegano in un comunicato. Inoltre, secondo un’analisi separata di Climate Central, un altro gruppo di specialisti del clima, il cambiamento climatico ha anche reso da 50 a 300 volte più probabili le temperature calde dell’Oceano Atlantico, che hanno aggiunto umidità alla tempesta.
Secondo Isabel Moreno, fisica, meteorologa e specialista di cambiamento climatico, «la questione è che ci troviamo in una situazione in cui l’atmosfera è in grado di trattenere più vapore acqueo, e questo è un fatto incontrovertibile», dice al manifesto.

La metereologa Isabel Moreno
La metereologa Isabel Moreno

La temperatura del Mediterraneo non è mai stata così alta.

Davanti alle coste spagnole oggi il Mediterraneo è a 22 gradi! A settembre era a 30, e in Italia ancora peggio. Immaginiamo che sarebbe potuto succedere con un evento del genere un mese fa. È nel Mediterraneo dove il cambiamento climatico si sente di più.

Perché?

Questi eventi sono più tipici del Mediterraneo perché interagiscono con i venti e l’energia che vengono da questo mare. In più nella costa sudest della Spagna i rilievi sono molto vicini al mare. Il mare porta venti umidi, che caricano ulteriormente l’atmosfera di “combustibile”. Oltre a questo, il mare così caldo rilascia l’energia, il “fiammifero” per accendere il fuoco. E poi c’è un problema orografico, cioè che vicino alla costa spagnola abbiamo una serie di montagne che aiutano che le precipitazioni si formino.

E poi c’è il tema della previsione.

Fare un pronostico su una Dana (depressione isolata ad alta quota, ndr) è molto complicato perché, innanzitutto, si tratta di sistemi abbastanza erratici, in cui una piccola variazione rispetto alla posizione iniziale può darti un risultato completamente diverso da quello che avevi previsto. E poi dobbiamo tenere conto del fatto che questi sistemi possono generare al loro interno sistemi più piccoli, come tempeste. Lì le previsioni diventano ancora più complicate, perché sapere dove circolerà un fronte, cosa che è relativamente facile da studiare, non è la stessa cosa che stabilire esattamente dove si formerà una tempesta o può formarsi un temporale. Si può stimare quanta acqua può rilasciare una Dana, ma è possibile che a causa della situazione caotica dell’atmosfera, un temporale rimanga ancorato a lungo in un determinato luogo e finisca per lasciare un’immensa quantità di precipitazioni.

Ma in questo caso le previsioni erano state piuttosto affidabili.

Sì, e da molti giorni. Sapevamo che sarebbe caduta una quantità significativa di precipitazioni e conoscevamo le aree in cui ciò avrebbe potuto verificarsi. Anche se la quantità di acqua che finalmente è caduta era significativamente più alta di quella prevista, che era comunque elevata. Motivo in più per prendere provvedimenti. Erano previsti 200 l/ m² e in alcuni punti invece si è arrivati a 600! Per avere un’idea, dato che la costa mediterranea è una delle regioni più secche del Mediterraneo, per molte zone quest’acqua è più della quantità di pioggia annuale media, che cade in poche ore. Se poi invece che in zone spopolate, cade su zone urbane, la catastrofe è garantita.

Cosa dovrebbero fare le amministrazioni?

Io credo che in fin dei conti dobbiamo partire dal presupposto che dobbiamo comunque adattarci agli eventi meteorologici estremi. Voglio dire, sappiamo che stanno aumentando come conseguenza del cambiamento climatico. E che con il tempo andrà sempre peggio. Ma anche se il cambiamento climatico non esistesse, alla fine dovremmo comunque adattarci agli eventi meteorologici estremi. Non sappiamo quando, ma è sicuro che succederà di nuovo. Sono già successi nel passato. Dobbiamo avere dei piani perché un evento meteorologico estremo non diventi una catastrofe. Se hai un avviso rosso, le autorità devono darti il permesso per non andare a lavorare. Devono esistere dei protocolli amministrativi, delle misure economiche. E per questo ci vogliono autorità politiche che facciano il loro lavoro.

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