Politica

Un migliaio in corteo a Bologna: «Basta repressione»

BolognaUna manifestazione a Bologna – LaPresse

La protesta I manifestanti: siamo in piazza contro sgomberi e fogli di via, il dissenso deve avere spazio, no al ddl sicurezza di Meloni

Pubblicato 5 giorni faEdizione del 22 settembre 2024

«Uniti contro la repressione», recita lo striscione che ha aperto il corteo di ieri pomeriggio a Bologna, cui ha partecipato un migliaio di persone. All’appello hanno risposto, tra gli altri, Extinction Rebellion, Non Una di Meno, Cua, Plat, Làbas, i Giovani Palestinesi, Carc e Potere al Popolo, riuniti nella sigla «Rete contro la repressione».

Il corteo è partito dal parco don Bosco, luogo divenuto simbolo del dissenso cittadino, dove nei mesi scorsi c’è stata una forte mobilitazione (numerosi gli scontri con le forze dell’ordine) contro l’abbattimento di alcune decine di alberi. E si è concluso nel centro storico. «Chi ha paura del dissenso?», uno degli slogan, che riassume lo spirito della manifestazione: contestare l’inasprimento delle normative contro i reati di piazza e le occupazioni abusive disposto nell’ultimo decreto sicurezza. «Chiediamo diritti ci danno polizia, è questa la loro democrazia», hanno scandito nei cori, mentre il corteo attraversava le città con tante bandiere palestinesi.

La protesta nasce non solo per contestare le politiche del governo Meloni in tema di libertà di manifestazione, ma anche una serie di episodi di «repressione» contro le lotte che hanno animato Bologna negli ultimi mesi. Nell’autunno 2023, le forze di polizia hanno messo in atto due sgomberi durante i quali alcune attiviste «sono state violentemente percosse», denunciano gli organizzatori. Il 15 febbraio i Giovani Palestinesi sono stati caricati durante un presidio davanti alla locale sede della Rai.

Tentativi di sgombero dei manifestanti anche al parco don Bosco, al presidio contro l’abbattimento degli alberi. Nella liste degli episodi contestati dagli attivisti, anche le misure cautelari nei confronti di alcune donne del collettivo Plat (Piattaforma di Intervento Sociale) e del Cua (Collettivo Universitario Autonomo), fino agli arresti per direttissima delle militanti di Ultima Generazione.

Sotto accusa anche l’impiego dei fogli di via da parte della questura di Bologna contro gli attiviste di Giovani Palestinesi e Extinction Rebellion: in seguito alla manifestazione dello scorso 9 luglio in piazza Maggiore, infatti, sono state notificati 2 avvisi orali e un totale di 14 fogli di via, di cui 2 già revocati in quanto illegittimi. «La repressione è un problema collettivo e la resistenza deve essere una risposta collettiva», spiegano.

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