Onorato della mia collaborazione con voi
Caro Tommaso, Ho letto solo adesso il tuo editoriale. Sono davvero rimasto scioccato nel leggere domenica l’editoriale di Norma e capire che sia tu che lei eravate dimissionari. In questi ultimi difficili anni, per me, come per gran parte della sinistra diffusa e frantumata, avete continuato a rappresentare quel punto di riferimento politico e culturale che ci manca altrove. Sono stato davvero onorato della collaborazione con il manifesto e ti ringrazio per aver consentito spesso i miei sfoghi, dopo tante tragedie e ingiustizie prodotte contro gli stranieri.
Sono certo che continuerai a fare il tuo lavoro, come hai fatto per tanti anni, anche senza quel ruolo. Devo però anche ringraziare te e tutta la redazione per il pluralismo e lo spazio che date a chi fa politica fuori dai partiti. Grazie, grazie ancora e in bocca al lupo
Filippo Miraglia

Uscire di scena è un’arte
“Uscire di scena è un’arte”, recita un regista, per spiegarlo ad un commissario che indaga su uno strano incidente mortale avvenuto durante una performance teatrale. “Uscire di scena” è il titolo di un lavoro teatrale inserito in una antologia “Il Teatro dell’Identità” (città del sole ed. 2011), che affronta metaforicamente una questione eminentemente politica: l’attaccamento al potere, al ruolo, grande o piccolo che sia. La magistrale uscita di scena della direttrice e del condirettore del Manifesto costituiscono, a mio avviso, un esempio virtuoso, un modello da imitare. Sia pure con stili diversi, Norma Rangeri e Tommaso Di Francesco hanno lasciato la direzione di questo giornale, unico nel suo genere in Europa, consegnandolo alle nuove generazioni che da anni lavorano e collaborano al giornale. Norma, con il suo passo leggero, prudente, ma determinato, ha lasciato la guida di questo quotidiano ricordandone i travagliati anni del passaggio alla nuova cooperativa, alle dolorose divisioni e agli insperati, ma reali e vissuti, riavvicinamenti. Ha indicato anche una direzione, quella per cui si è sempre spesa: fare del Manifesto il punto di riferimento di tutta la sinistra, aperto al confronto, cuore pulsante del “pensiero critico”, che a suo avviso ne costituisce l’essenza. Tommaso, con il suo baffo pulsante che va a cento all’ora, con la sua militanza intemperante, lascia la condirezione con il cuore pesante per la grave situazione che viviamo, dall’Ucraina all’Italia, ricordandoci come siamo finiti in basso, con un governo neofascista al comando. Senza retorica ci rammenta che “socialismo o barbarie” è oggi più attuale che mai, con la guerra nucleare alle porte, con una corsa agli armamenti su scala globale che non si era mai vista. A chi prederà la direzione di questo giornale un compito gravoso per tutti i motivi che conosciamo, a partire dalla crisi della carta stampata e in particolare dei quotidiani. A tutte le compagne e compagni del Manifesto il compito, non facile, di individuare il giusto equilibrio tra cura delle radici e sguardo coraggioso su questo mondo che cambia così velocemente. Per questo serve una partecipazione dei lettori, la più ampia possibile per accelerare questo cammino. Mi permetto di suggerire: troviamo un sottotitolo per il Manifesto, sotto la dizione “quotidiano comunista” proporrei “ l’agorà del pensiero critico”, oppure “ socialismo o barbarie” o altre mille proposte che spero arrivino. Senza dimenticare che se il manifesto ha superato il mezzo secolo senza padroni e padroncini è grazie alla fedeltà dei lettori, e alla passione, costanza, intelligenza che la tutta la redazione ci ha messo. E credo che un GRAZIE grande grande lo dobbiamo a Norma e Tommaso per tutto quello che hanno fatto e l’esempio che ci hanno dato.
Tonino Perna

Forse sono diventato un economista con voi
Carissimi, da vecchio e spero ancora reclamato commentatore di economia de il manifesto faccio veramente un abbraccio a tutti, vecchi e nuovi. Ho iniziato a scrivere su il manifesto quando il mio amico Galapagos mi ha chiesto news su alcuni temi. A quel tempo ero tecnico della Commissione Industria con Nerio Nesi ed ero nel gruppo che rifletteva sulle così dette privatizzazioni tra tesoro, commissione e ministero industria. Quanto ho sofferto. Sono andato via dopo Telecom ma almeno ho concorso a mettere la golden share. poco, ma a 35 anni non puoi gestire partite così complicate. Da allora con Galapagos e il Manifesto è iniziata una bella storia. Dire sempre condivisa non è vero, ma amata forse si. Forse sono diventato economista con il manifesto. Se è ancora utile un commentatore economico sono ancora disponibile, soprattutto ora che credo di avere più tempo dopo le brutte storie appena passate. Ho scritto a tutti, nuovi e vecchi. perché siete in un modo o nell’altro uniti. Un abbraccio
Roberto Romano

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L’eresia a sinistra di cui c’è bisogno

Il filo ininterrotto di una comunità aperta e critica
Cara Norma, leggo oggi delle tue dimissioni e del passaggio del testimone a una nuova generazione. Voglio ringraziarti -e con te Tommaso Di Francesco e tutto il collettivo del giornale-per questi anni di direzione del Manifesto che ha continuato a rappresentare per tante/i uno spazio essenziale di parola e di ascolto raccordato con le realtà sociali e la sinistra plurale qui da noi e con uno sguardo dialogante col mondo . E senza mai interrompere quel filo importante con la memoria e la storia del giornale al di là di vicende sia pure dolorose . Siete si riusciti in questa impresa malgrado appunto bufere e difficoltà e in una fase politica travagliata e oggi drammaticamente buia del nostro paese. Grazie davvero per questi 14 anni :a te l “orgoglio di avere guidato Il Manifesto” , a noi di averlo seguito sempre in modo partecipe nella consapevolezza di essere una comunità, costruita tanto tempo fa e che continua a produrre e trasmettere una voglia di sinistra in un impegno di rappresentazione e ricerca. Auguri di buon lavoro a te Norma , al nuovo direttore e a tutte le compagne e i compagni del giornale , puntando a che- come dici nel tuo bell’editoriale-conservi “la sua identità di quotidiano aperto, riflessivo , critico , non fazioso, non minoritario”.
Adriana Buffardi

Un giornale riformatore
Seguo il manifesto da 40 anni e più, in una sua passata vita per sostenerlo ho anche acquistato le uniche azioni della mia vita. Confesso di essere un inguaribile socialista da decenni senza partito, e con Riccardo Lombardi ancora come punto di riferimento politico. Dall’ultimo ingresso nella mia libreria, la raccolta di scritti di Rossana Rossanda, proposti da Einaudi sotto il titolo “Volti di un secolo”, che non potevo evitare di cominciare a leggere a partire dal volto de “Il compagno Lombardi”, mutuo le parole per augurare alla nuova direzione guidata da Andrea Fabozzi, di proporre un giornale riformatore (per davvero) dotato di un idea morale. Chiudo con un grazie a Norma Rangeri e Tommaso Di Francesco per l’impegno e la sobrietà dimostrati negli anni, ma prima di sottoscrivere, aggiungo che auspico si trovi più spazio sulle pagine de il manifesto, per noi lettori, negli ultimi tempi si era ristretto.
Vittorio Melandri

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Ancora dalla parte del torto

Un ruolo di ricerca e originalità
Cara Norma un grazie infinito per aver resistito e fatto vivere il manifesto. Nonostante anch’io mi sia allontanato dopo la crisi con i fondatori e la vecchia cooperativa, vi continuo a seguire quotidianamente. Non ti nascondo che ho qualche difficoltà ad essere d’accordo su alcune posizioni, ma nonostante questo penso che il giornale debba continuare a svolgere il ruolo di ricerca e originalità della politica come diceva Luigi. Un abbraccio

Comunista e creativo
La libertà è sempre e solamente quella di chi la pensa in maniera differente, insegnava Rosa. Oggi più che mai c’è bisogno di un quotidiano comunista intelligente e creativo come Il Manifesto. Per decenni il giornale è stato laboratorio di un altro comunismo possibile, democratico, libertario, garantista e poi femminista, pacifista, ecologista, luogo di incontro per storie e culture differenti della sinistra. Negli ultimi anni mi è capitato spesso di soffrire per cose che leggevo sul giornale che mi è apparso troppo interno e collaterale al centrosinistra, poco convinto della possibilità di una sinistra di alternativa. Anche “dalla parte del torto” capita di pensarla diversamente e proprio per questo il Manifesto rimane un luogo insostituibile dove incontrarci. Nessun dissenso cancella i meriti di un giornale che si è sempre schierato contro la guerra e il neoliberismo. Grazie a Norma e Tommaso che hanno condotto il giornale in questi anni difficili. Auguri di buon lavoro a Andrea, Micaela, Chiara e a tutte le compagne e i compagni del Manifesto.
Maurizio Acerbo

Complimenti a Norma
Cara Norma, un grande abbraccio e moltissimi complimenti. Hai fatto un gran lavoro in questi anni, hai salvato un giornale e un gigantesco patrimonio intellettuale che rischiavano di essere dispersi. Lo hai fatto in condizioni difficilissime e Senza aiuti. Meriti molta ammirazione anche da chi è in dissenso con te su parecchie cose.
Piero Sansonetti

Avete fatto «tanta roba»
Cara direttrice, leggo solo ora, in tarda serata di lunedì, il tuo saluto: che sorpresa! Vorrei farti arrivare tutta la mia stima e simpatia: quello che hai/avete fatto per mantenere vivo il manifesto è “tanta roba” (come dicono i miei nipoti). Ti auguro una nuova seconda fase piena di vita felice! Naturalmente mi mancheranno i tuoi editoriali, chiari, precisi, ben scritti. E scusa il tono un po’ familiare, ma la mia età e la mia continua vicinanza al manifesto dagli anni ’70 me ne dà, spero, titolo.
Bruno Fini, Verona

Un giornale per un dialogo «oltre noi»
Noi siamo abituati alla universale tendenza ai miti e, tra i nostri “miti” c’è la lettura quotidiana del giornale, Il Manifesto, in questo caso. Tra i “miti” ci sono anche tutte quelle “direzioni” che, nel tempo, hanno lasciato la loro impronta al giornale. Tra i “miti” ci sono anche 14 lunghi anni passati con la direzione di Norma Rangeri che ha avuto la capacità, non semplice, di “traghettare” il giornale verso un dialogo che guardasse anche “oltre noi”, per trovare sempre, attraverso l’esperienza collettiva, quello spazio di libertà necessaria per andare, avanti. E, questa capacità Noi continueremo a dimostrarla, grazie!
Silvana Telaro, Roma

«Viva il manifesto», laboratorio dei movimenti e della sinistra
Lucio Magri nel 1974 concludendo il congresso di scioglimento del gruppo politico per la confluenza nel costruendo Pdup per il Comunismo pronunciò la vecchia formula della monarchia assoluta : “Il Manifesto è morto, viva il Manifesto”. Tommaso Di Francesco conclude il suo intervento sulla situazione interna al giornale riprendendo la frase “storica” con un perentorio “Viva il Manifesto” e insistendo sull’idea del laboratorio dei movimenti e di tutta la sinistra. E’ vero: è necessaria una continuità proprio sotto l’aspetto della capacità di leggere e interpretare quanto di nuovo sta avanzando ma anche di proposta per riuscire ad affrontarlo sul piano politico. Questo è indispensabile fare in un momento in cui le difficoltà non arrivano soltanto dalla forza dell’avversario (la cui vittoria almeno nel piccolo del sistema Italia non può essere considerata epocale, come è stato ben considerato).
Franco Astengo

Per la nuova direzione un ottimo lascito
Se vuoi bene a una persona, anche se non la conosci rispetti la sua decisione senza ombre, perciò, un grazie di cuore a Norma a Tommaso a tutto il Palazzo del quotidiano comunista. Anche per me un altrove al Il Manifesto non esiste, in questi lunghi anni ne è valso il piacere. Grazie al Sistema Bibliotecario sfoglio anche altri giornali, ma è uno sfogliare. Non temo scosse nel cambio di direzione, chiunque entri nel giornale si tempra a un modo di essere, una vera scuola di vita, sembra che sia Andrea Fabozzi, il direttore entrante, va bene, fosse influente il mio dettaglio, avrei invitato a soffermarsi sulla sensibilità femminile a tenere unito questo progetto editoriale, Norma ne è stata una splendida interprete, avrei suggerito una giovane giornalista che vivendo questo tempo, sappia dare continuità a questa storia editoriale e politica, gli scritti di domenica di Norma Rangeri e di martedì di Tommaso Di Francesco sono un ottimo lascito .
Peppe Amato

Una grande lezione di comportamento
Cari compagni (se ci si può ancora chiamare così). Sono del tutto favorevole al cambio di direzione. In tempi in cui chiunque sembra attaccato a vita a una posizione, Rangeri e Di Francesco danno una grande lezione di comportamento, eticamente e politicamente. Il ricambio, a qualsiasi ruolo, è fondamentale per non ingenerare situazioni malate e senza via di uscita (vedi Forza Italia). Auguri a Fabozzi, il cui valore i lettori conoscono da tempo.
Sauro Sassi, Bologna.

Un viaggio nel «verso» giusto
Cari Norma e Tommaso, il viaggio del giornale certamente continua, ma permettetemi un abbraccio.
Nadia Alba Agustoni

L’impulso di Tommaso
Leggendo i saluti di direttrice e condirettore, non posso esimermi dal salutare entrambi a mia volta. In particolare saluto Tommaso, la cui presenza e i cui costanti riscontri sono stati, e continuano a essere, fondamentali per dare impulso e coordinate alla mia collaborazione. Grazie per tutto il lavoro che hai fatto e per tutto quello che continuerai a fare. Un caro abbraccio,
Lorenzo Lamperti

Siamo sempre con il manifesto: insieme dalla parte del torto
Articolo21 saluta e ringrazia per il grande lavoro svolto la direttora uscente de il manifesto Norma Rangeri e il condirettore Tommaso Di Francesco.
Li abbiamo sempre sentiti vicine in tutte le iniziative e nelle varie lotte, spesso promosse insieme: contro l’assalto al servizio pubblico radiotelevisivo, sulle querele bavaglio, sul sostegno alle testate non profit e cooperative, sulla necessità di regole antitrust e sui conflitti di interesse, per il lavoro non precario. E non solo, ovviamente. Facciamo, poi, i migliori auguri della nostra comunità al nuovo direttore Andrea Fabozzi e alle neo vice Micaela Bongi e Chiara Cruciati. Sappiamo quanto sia importante l’impegno che metteranno per mantenere forte il ruolo di una testata originale e preziosissima, capace di unire stile professionale e passione politica.È un’eccezione da salvaguardare soprattutto oggi, di fronte al rischio che la cultura di massa sia occupata da narrazioni di regime e da un terribile pensiero unico.
Insieme resisteremo e il torto diventerà la ragione.
Articolo21