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Un drone ucraino distrugge la petroliera «Sig» nel Mar Nero

Un drone ucraino distrugge la petroliera «Sig» nel Mar NeroImmagine satellitare della Olenegorsky Gornyak, nave russa danneggiata da un drone ucraino venerdì – Ap

Il limite ignoto L’imbarcazione russa colpita nei pressi del ponte di Crimea. La rappresaglia non si fa attendere: missili su Kiev e Zaporizhzhia

Pubblicato circa un anno faEdizione del 6 agosto 2023

Navi militari, navi civili, porti: nel Mar Nero nulla è al sicuro se batte bandiera russa. È il messaggio dell’Ucraina nel secondo giorno consecutivo di attacchi navali contro i mezzi e le strutture del Cremlino. Intanto un fedelissimo del presidente Zelensky si scaglia contro l’Onu, accusata di applicare «doppi standard» alla guerra in corso. Ma la rappresaglia di Mosca non si fa attendere: in serata, mentre a Gedda si tiene il vertice sulla pace in Ucraina, l’artiglieria russa lancia una nuova ondata di bombardamenti che colpiscono Kiev, una fabbrica dell’aeronautica a Zaporizhzhia e molte altre città in tutto il Paese.

TUTTO ERA INIZIATO, come al solito, in piena notte, quando un drone marino, «carico di 450 kg di tritolo», si è schiantato contro la petroliera russa Sig provocando una devastante esplosione nei pressi del ponte di Crimea. I Servizi segreti di Kiev hanno pubblicato un video nel quale si vede il piccolo natante in avvicinamento verso la petroliera e poi, a cose fatte, hanno chiarito: «l’esplosione della petroliera russa Sig che trasportava carburante per le truppe di Mosca è stata un’operazione speciale dei servizi militari ucraini e della Marina». Niente giochi di parole, niente sarcasmo, solo un asciutto (e compiaciuto) comunicato militare. La nave in questione, tra l’altro, è oggetto di sanzioni da parte degli Stati Uniti dal 2019 per aver trasportato petrolio e carburante alle truppe russe impegnate in Siria. Il ponte di Kerch, che collega la penisola di Crimea al territorio continentale russo, è stato chiuso per 3 ore ma «non è stato interessato dall’attacco». La Sig è stata infine traghettata via da due rimorchiatori.

IL COPIONE assomiglia molto a quello di venerdì, quando uno o più droni marini kamikaze avevano colpito la nave da sbarco della marina militare russa Olenegorsky Gornyak. Secondo una nota della Difesa britannica si è trattato di un «duro colpo» per la flotta russa nel Mar Nero. L’Imbarcazione è «la più grande nave da guerra russa gravemente danneggiata o affondata dall’affondamento dell’incrociatore Moskva» dello scorso aprile.
Per il capo dei servizi segreti ucraini (Sbu), Vasyl Malyuk «ogni attacco alle navi russe o al ponte di Crimea è un passo assolutamente logico ed efficace contro il nemico. Inoltre, tali operazioni speciali vengono effettuate nelle acque territoriali dell’Ucraina e sono completamente legali». Inoltre, le autorità marittime ucraine hanno diramato un allerta di minaccia militare nelle aree dei porti russi di Anapa, Novorossijsk, Gelendzhik, Tuapse, Sochi e Taman.

POCO DOPO il Segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha ribadito «con forza il nostro invito a tutte le parti interessate ad astenersi da qualsiasi retorica o azione che possa intensificare ulteriormente il conflitto». Ma Kiev non ha apprezzato. Il consigliere presidenziale Podolyak ha subito replicato: «non ricordo se Guterres abbia parlato dell’inammissibilità dell’escalation quando la Russia ha attaccato i porti ucraini di Odessa e sul Danubio. Invece, quando l’Ucraina reagisce efficacemente, numerosi ‘avvocati del diavolo’ escono subito e chiedono un immediato cessate il fuoco e dell’escalation del conflitto; è così che funzionano il diritto internazionale e il diritto all’autodifesa?».

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