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Un comando Nato a Firenze preoccupa Arci, Anpi e Cgil

Un comando Nato a Firenze preoccupa Arci, Anpi e CgilMilitari italiani in forza alla Nato – Ap

Guerra e pace La Rete democratica fiorentina contesta il progetto di realizzare alla caserma Predieri di Rovezzano il comando di Divisione Sud delle forze di terra dell'alleanza atlantica. Lorenzo Ballini (Arci): "Avere in città una base militare, la più importante nell’Europa del sud, in un momento del genere, ci rende ancora più preoccupati".

Pubblicato più di un anno faEdizione del 24 giugno 2023

Sarà realizzato alla caserma Predieri di Rovezzano, nella popolosa periferia sud-est di Firenze, il quartier generale della Multinational Division South (Mnd-S) della Nato, in altre parole del comando di Divisione Sud delle forze di terra dell’alleanza atlantica. Una notizia che rischiava di passare sotto silenzio o quasi, visto che il lancio di agenzia era stato ripreso poco o nulla dai media locali. Se n’è accorta invece la Rete democratica fiorentina, che riunisce realtà cittadine importanti come Arci, Anpi, Cgil, Giuristi Democratici, Libertà e Giustizia, Rete degli studenti medi, Centro sociale evangelico, e anche l’Associazione dei senegalesi. Una rete che, viste le tragiche involuzioni della guerra in Ucraina, dà voce alle preoccupazioni crescenti di una parte sempre più corposa di fiorentini: “Rimaniamo profondamente stupiti che si sia pensato di inserire un comando Nato in un contesto con una forte presenza civile e abitativa, e che lo si sia fatto senza alcuna partecipazione o consultazione della cittadinanza”.

La caserma Predieri dall’estate del 2019 è la sede della divisione Vittorio Veneto, una grande unità militare erede della divisione Friuli, alle dipendenze delle Forze operative terrestri e del Comando operativo dell’esercito. “La realizzazione del nuovo comando – hanno fatto sapere le forze armate – rappresenta un passaggio fondamentale per la riconfigurazione della divisione Vittorio Veneto in un comando della Nato Force Structure, poiché doterà l’Italia di una infrastruttura moderna in grado di ospitare lo staff della Mnd-S e i sistemi di comunicazione e informazione, indispensabili per garantire la connessione e l’interoperabilità in ambito Nato”.

Di avviso opposto la Rete democratica fiorentina: “Questa riqualificazione della caserma Predieri, in un contesto geopolitico estremamente pericoloso e dove la Nato è impegnata in molteplici contesti bellici, ci preoccupa molto. Proprio in questi giorni si rincorrono le dichiarazioni di alcuni Paesi che si sono resi disponibili a schierare le truppe in Ucraina, fatto che automaticamente aumenterebbe il rischio di una guerra su vasta scala. A questo si aggiungono gli scontri in corso in Kosovo che riportano ad un clima molto preoccupante nei Balcani. Qualora una di queste situazioni degenerasse, il futuro Mnd-S della Nato avrebbe un’importanza tattico-strategica enorme, portandolo ad essere uno dei principali obiettivi militari di un conflitto che coinvolga la Nato. Così crediamo che le istituzioni cittadine, regionali e nazionali debbano dare maggiori informazioni e risposte ai legittimi dubbi dei cittadini”.

Prova a tirare le somme Lorenzo Balllini di Arci Firenze, che all’emittente dell’associazione Novaradio non nasconde i timori dei tanti che, dall’inizio del conflitto, chiedono di cessare il fuoco e avviare negoziati di pace seri: “Avere in città una base militare, la più importante nell’Europa del sud, in un momento del genere, ci rende ancora più preoccupati. Certo non è la Rete democratica fiorentina che può fermare la guerra e far cambiare strategia alle potenze mondiali. Ma vorremmo provare a fare un ragionamento che parta dal territorio”. Proprio per questo l’idea è quella di convocare nei prossimi giorni un’assemblea aperta a tutti, e a poca distanza c’è la Casa del Popolo di Rovezzano dove potrebbe essere organizzata, “per vedere se c’è una risposta, e capire se la creazione di questa base fa scattare un ragionamento fra i cittadini su come la corsa agli armamenti e l’aumento delle spese militari abbiano un reale impatto sulla nostra società”.

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