Turistificazione: da Sud a Nord, la protesta contro l’inerzia dei comuni
Città Chi cerca casa a Palermo trova ormai quasi solo appartamenti fatiscenti o a prezzi esorbitanti. Lo stesso a Napoli, Roma, Milano. E i comitati si organizzano
Città Chi cerca casa a Palermo trova ormai quasi solo appartamenti fatiscenti o a prezzi esorbitanti. Lo stesso a Napoli, Roma, Milano. E i comitati si organizzano
«Santa Rosalia, la turistificazione è la nuova peste, dov’è finita casa mia?» recitava uno striscione calato tra due edifici in occasione della sfilata di San Rosalia a Palermo, il 15 luglio scorso, per lanciare un’Assemblea permanente di resistenza all’overtourism il 24 luglio a piazzetta del Pallone alla Kalsa. «Il turismo e tutto il suo indotto porta con sé conseguenze sempre più pesanti per l’accesso alla casa, drogando il mercato degli affitti attraverso piattaforme turistiche come Airbnb o Booking.com. Chi cerca casa a Palermo trova ormai quasi solo appartamenti fatiscenti o a prezzi esorbitanti, non più solo in centro storico ma in fasce sempre più ampie della città», si legge nel volantino di convocazione dell’appuntamento. Dopo le manifestazioni contro il turismo alle Canarie, alle Baleari, a Malaga e a Barcellona, dove pochi giorni fa i manifestanti hanno spruzzato i turisti con pistole ad acqua, iniziative di protesta e mobilitazioni contro l’iperturismo si moltiplicano anche in Italia.
A Napoli, che ha raggiunto quota 10.760 annunci su Airbnb, di cui l’80% è nel centro storico e il 63% è operato da multiproprietari che locano più di un appartamento a turisti, il collettivo Set – Campagna Resta Abitante ha lanciato una raccolta firme per chiedere lo stop immediato all’apertura di nuovi b&b nel centro storico, la giusta proporzione tra posti letto turistici e posti letto residenziali in ogni quartiere, e la conversione degli immobili abbandonati di proprietà del Comune a scopi abitativi, con gestione pubblica. «La diseconomia turistica sta sottraendo case ad abitanti, fa aumentare gli affitti in tutti i quartieri, produce lavoro nero e precario, mercifica lo spazio pubblico, la costa, le spiagge e il mare» scrivono gli attivisti.
Anche a Roma è partita una raccolta firme per chiedere alla giunta capitolina di introdurre un regolamento sugli affitti brevi, prima dell’avvio del Giubileo: il Gruppo romano regolamentazione affitti brevi ha pubblicato un «Manifesto per fermare la turistificazione», a cui si può aderire sul sito web Riabitareroma.it, che chiede tra le altre cose soglie temporali per l’attività di locazione breve, limiti all’apertura di nuovi esercizi in aree come quella Unesco, controlli e sanzioni, e incentivi per l’affitto residenziale. I danni del turismo e l’inerzia della giunta sono stati oggetto anche un dibattito organizzato da Carteinregola per denunciare anche altri fenomeni come l’invasione di spazio pubblico da parte dei dehors e dei circa 1.200 bus turistici che ogni giorno circolano nel centro storico, in assenza di un piano comunale. A Milano, che conta oltre 24mila annunci su Airbnb, gli attivisti della campagna Chiediamo casa segnalano da settimane i lucchetti per case-vacanza, contenenti le chiavi e che si aprono con una combinazione, con adesivi su cui si legge «meno affitti brevi, più case per tutt*». Se le istituzioni non agiscono, le proteste crescono.
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