Nella serie di scoop sui misfatti di Trump durante e dopo la sua permanenza alla Casa bianca, l’ultima rivelazione arriva dal Washington Post. Il quotidiano ha ottenuto una serie di email dalle quali si evince che gli avvocati del tycoon hanno assunto una società di esperti informatici per copiare dati sensibili dai sistemi di voto elettronico della contea di Coffee, in Georgia, nell’ambito di uno sforzo di manipolazione del voto molto più ampio di quanto non si credesse.

La società in questione, SullivanStrickler, ha copiato le informazioni dalle macchine della Dominion Voting Systems Corporation, una compagnia che vende hardware e software per il voto elettronico. L’operazione è stata ripetuta in Michigan e in Nevada.

Secondo il Post a mandare il personale di SullivanStrickler in una contea rurale del Michigan e poi nell’area di Detroit è stata Sidney Powell, avvocata di Trump che non si è mai risparmiata in accuse di brogli verso Joe Biden, fino alla fantasiosa teoria del complotto elettorale pan-socialista per porlo come presidente, ordito da Hugo Chavez, nonostante al tempo delle elezioni Usa del 2020 fosse morto da anni.

Il governo Usa classifica i sistemi di voto elettronico come «infrastrutture critiche», importanti per la sicurezza nazionale, e l’accesso al loro software come ad altri componenti è strettamente regolamentato. Un’infrazione di questo tipo da parte di un presidente in corsa per la rielezione non è una bazzecola.

E se inizialmente si pensava riguardasse «solo» la Georgia, ora non ci sono più dubbi riguardo le dimensioni del piano di Trump. Le autorità del Michigan hanno già aperto delle indagini penali e una funzionaria che si occupava delle elezioni, la repubblicana Tina Peters, è stata incriminata per vari reati, tra cui cospirazione e tentativo di influenzare un funzionario pubblico.

In due contee le mosse di SullivanStrickler sono state autorizzate dai tribunali, ma non sono state rese pubbliche. I registri mostrano come il gruppo abbia discusso, scambiato e pagato i dati delle macchine elettorali. Tra i documenti ottenuti dal WaPo ci sono le fatture emesse dalla SullivanStrickler, che in un caso ammontava a 26mila dollari.

Questo nuovo tassello si aggiunge all’inchiesta avviata dalla procura distrettuale della contea di Fulton, Georgia, per le interferenze politiche da parte di Trump e del suo entourage. A Rudy Giuliani, ex avvocato del tycoon, è stato notificato di essere indagato.

Se Giuliani è nel mirino, quasi sicuramente lo è anche Trump, o lo sarà presto. Le due vicende sono intrecciate anche legalmente e gli analisti Usa si aspettano che The Donald riceverà presto una lettera simile a quella del suo ex avvocato.