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Treni fermi per lo sciopero ma Salvini va a inaugurare la metro a Milano

Treni fermi per lo sciopero ma Salvini va a inaugurare la metro a MilanoMatteo Salvini – Ansa

Il leader della lega al collega di governo (e di partito) Giorgetti dice: «Difenderò il mio budget al ministero dei Trasporti». E poi attacca l'ad Stellantis Tavares: «Il settore è in crisi per colpa sua, chieda scusa»

Pubblicato circa un mese faEdizione del 13 ottobre 2024

Lo schema è sempre lo stesso e lui (Matteo Salvini, formalmente ministro delle Infrastrutture) non si smentisce mai. Se c’è un problema che lo riguarda e di cui dovrebbe occuparsi state certi che lo troverete altrove, sorridente, a parlare d’altro. Ieri, la nuova puntata della sit-com. A poche ore dall’inizio dello sciopero dei treni indetto da alcuni sindacati di settore, che durerà fino alle 21 di oggi, per chiedere il rinnovo del contratto nazionale e misure più efficaci a tutela della sicurezza sul lavoro, era a Milano per l’inaugurazione della nuova linea della metropolitana cittadina, la M4.

Sorridente, ha parlato di «una bellissima giornata che unisce la buona politica». Peccato che, a parte le rituali parole sulla necessità di trovare altri fondi, non ci sia stato nemmeno un accenno alle richieste delle amministrazioni locali per l’adeguamento del fondo nazionale per il settore. Accanto a lui, il sindaco di Milano Giuseppe Sala avrà pensato ai cento milioni all’anno che la nuova tratta della metropolitana gli costerà, portando a oltre un miliardo di euro la spesa che il comune deve sopportare per la mobilità sotterranea cittadina.

Ma forse la colpa è di Giancarlo Giorgetti che, in veste di ministro cattivo, in vista dell’approvazione della legge di bilancio sta chiedendo tagli e sacrifici ai colleghi. Che, ovviamente, Salvini non vuole subire. «Oggi (ieri ndr) lo incontro per difendere il mio budget», ha tuonato contro il collega (pure di partito). Va bene la propaganda, che lo vuole contro ogni aumento di tasse e di sacrifici per tutti, ma chissà come riuscirà a convincere il titolare dell’Economia a lasciargli tutti i soldi, visto che in qualche modo (e alla svelta) Giorgetti la manovra la dovrà pur chiudere, e a quanto sembra è a caccia di qualcosa come tre miliardi di euro di minori spese.

«Bisogna fare sacrifici e rinunciare a qualche programma, magari totalmente inutile», ha detto Giorgetti. A Salvini saranno fischiate le orecchie, pensando al ponte sullo stretto di Messina. Poi, stuzzicato dai giornalisti, il ministro per le Infrastrutture lancia l’affondo contro Carlo Tavares: «Il settore è in crisi anche per colpa sua, dovrebbe vergognarsi e chiedere scusa». La frecciata arriva in risposta all’audizione che l’ad di Stellantis aveva fatto il giorno prima in Parlamento, in cui aveva chiesto altri incentivi statali. A stretto giro di posta, la risposta di Stellantis: «Dialogo franco, rispettoso e trasparente con tutti».

Che poi, per carità, pure loro non sono certo degli stinchi di santo, tanto che le reazioni, tutte negative, alle nuove richieste sono trasversali, dal leader di Confindustria Emanuele Orsini, che definisce le parole di Tavares «una pazzia», al segretario della Cgil Maurizio Landini che insieme a Cisl e Uil ha già convocato uno sciopero del settore auto per venerdì prossimo, fino ai leader di opposizione, Conte e Schlein. Ma Salvini, a parte le solite sparate, non va oltre, e già si prepara a qualche altro taglio di nastro.

Del resto è bravo a svicolare, e lo ha dimostrato più volte. Lo scorso due ottobre, con l’Italia ferroviaria paralizzata a causa di un chiodo, mentre migliaia di pendolari erano bloccati, il ministro dei Trasporti postava una foto insieme ai nonni. Due giorni dopo ci si svegliava con la notizia della morte di Attilio Franzini, operaio di 47 anni investito da un treno nel bolognese. A parte il doveroso cordoglio, dal ministro delle Infrastrutture non si è visto né sentito nulla. Oggi a Vimercate, in Brianza, gli ex della Lega lanciano il patto del Nord, contro la deriva sovranista e populista di Salvini. Lui sarà a qualche inaugurazione.

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