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Tredici sfide ancora da giocare. Da Verona a Monza a Catanzaro

Tredici sfide ancora da giocare. Da Verona a Monza a CatanzaroUn seggio elettorale – LaPresse

Città al voto Decisivi i ballottaggi del 26 giugno. Centrosinistra in vantaggio a Como, Parma, Piacenza, Lucca e Cuneo. Destra avanti a Catanzaro. Sboarina alle corde: «Con Tommasi saremo capitale transgender»

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 15 giugno 2022

Tredici partite ancora da giocare tra poco meno di due settimane. In tredici capoluoghi dei 26 totali di queste comunali 2022 la sfida sarà decisa ai ballottaggi.
In casa Pd di respira un certo ottimismo. «Abbiamo giocato solo il primo tempo», dice Francesco Boccia, che vede la possibilità di superare i 6 capoluoghi vinti nel 2017.

Dopo aver vinto al primo turno le tre sfide di Padova, Taranto e (a sorpresa ) Lodi, i dem con i loro alleati hanno ragionevoli possibilità di farcela a Parma (Michele Guerra è al 44,1% contro il 21,3% del forzista Pietro Vignali), Piacenza, Cuneo, Como e Lucca.

A Como Barbara Minghetti è in testa col 39,4%. Il suo sfidante non sarà il medico di Fdi Giordano Molteni, sostenuto dal centrodestra, ma il civico Alessandro Rapinese (27,6%) che ha superato Molteni di un centinaio di voti. Dopo il siluramento del sindaco uscente Mario Landriscina, e un duro braccio di ferro tra Meloni e Salvini, alla fine l’aveva spuntata la leader di Fdi. Ma sono rimasti fuori dal secondo turno, con il Carroccio al 6% in una sua roccaforte. E ora annunciano ricorso al Tar dopo aver chiesto il riconteggio.

A CUNEO LA CANDIDATA DEM Patrizia Manassero ha sfiorato la vittoria al primo turno col 47%. Il 26 giugno sfiderà Franco Civallero del centrodestra (19,9%). Balllottaggio mancato per un soffio da Luciana Toselli (16,4%), sostenuta dalla sinistra A Piacenza la consigliera regionale dem Katia Tarasconi (39,9%) ha superato di poco (e non era previsto) la sindaca uscente di destra Patrizia Barbieri (37,7%). Ma al secondo turno può contare sul 10% ottenuto da Stefano Cugini, un ex dem sostenuto da verdi, sinistra e M5S. A Lucca l’ex assessore Pd Francesco Raspini (42,7%) guida la sfida contro Mario Raspini delle destre, fermo al 34,3%.

Mappa dei 26 capoluoghi al voto. In rosso i candidati di centrosinistra, in blu il centrodestra. In grigio i civici

MOLTO IMPORTANTE LA PARTITA di Monza, dove Paolo Pilotto (39,8%) ha strappato al fotofinish l’approdo al secondo turno contro il sindaco di centrodestra Dario Allevi, che si è fermato al 47,5%. Una sfida difficile ma non impossibile, quella in Brianza.

Da segnalare anche il risultato di Sesto San Giovanni, dove il candidato di sinistra italiana Michele Foggetta (38,4%), sostenuto anche da Pd e M5S, è riuscito a portare al ballottaggio il sindaco uscente di destra Roberto Di Stefano, fermo al 48,9%. Anche a Frosinone Riccardo Mastrangeli, delle destre, è stato costretto a una nuova sfida: per lui il 49,7% contro il 39,2% del giallorosso Domenico Marzi.

VERONA È LA VERA PARTITA politica, quella che darà il segno a questa tornata di ballottaggi. Damiano Tommasi, l’ex calciatore dal passo felpato, è in testa col 39,9% davanti al sindaco uscente di Fdi Federico Sboarina al 32,6%. La sfida sta tutta nel riportare i propri elettori alle urne, e nel convincere i circa 25mila veronesi (23,8%) che domenica hanno scelto l’ex sindaco Flavio Tosi.

A favore di Tommasi giocano i pessimi rapporti tra Tosi e Sboarina. Salvini sta provando a ricucire («Bisogna parlarsi»), così anche Berlusconi che al primo turno ha sostenuto Tosi. Lui, l’ex sceriffo, si gode questi giorni da ago della bilancia: dice di avere «ottimi rapporti personali» con l’ex calciatore, e al contempo chiede a Lega e Fdi un «accordo politico» prima di siglare un apparentamento. «Ma da Sboarina sento solo silenzio». Tommasi ha buon gioco a presentare la sfida come «futuro contro passato». Il sindaco, in difficoltà, evoca una «Verona capitale transgender» in caso di vittoria dell’ex calciatore.

PER IL CENTRODESTRA le sfide a portata di mano sono Gorizia (Rodolfo Ziberna al 41,8%contro la giallorossa Laura Fasiolo al 30,7%) e Catanzaro, che sarebbe il quarto capoluogo di regione vinto dopo Palermo, Genova e L’Aquila. Nella città calabrese il trasnfuga del Pd  Valerio Donato è al 44%, il candidato di sinistra Nicola Fiorita si è fermato al 31,7%. Solo che nel bacino di centrodestra ci sono anche Wanda Ferro di Fdi (9,1%) e il centrista (tendenza destra) Antonello Talerico (13,1%). Che però già mette le mani avanti rispetto a Donato: «Non starò con lui».

SFIDE IN BILICO AD ALESSANDRIA e Barletta. Nella città piemontese il candidato di centrosinistra Giorgio Abonante supera di un soffio (42%) il sindaco uscente Gianfranco Cuttica. Il suo ex assessore Giovanni Barosini si è candidato in proprio sostenuto da Azione e + Europa e ha preso il 14,6%. Ma non è affatto scontato che al secondo turno si allei col centrodestra. Anzi, c’è un dialogo aperto con Abonante.

A Barletta centrodestra di poco avanti: l’ex sindaco Cosimo Cannito è al 42,2, la sfidante di centrosinistra Santa Scommegna al 36,6%. Terzo Carmine Doronzo, sostenuto da Sinistra italiana, che ha preso il 18,4%. Da segnalare il caso di Polignano a Mare, dove il ballottaggio sarà tra il candidato del M5S Maria La Ghezza (35%) e quello di sinistra Vito Carrieri (23,1%). A Viterbo, infine, la dem Alessandra Troncarelli (29,7%) se la gioca con la civica Chiara Frontini (32,2%). Le destre sono rimaste fuori.

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