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Torino, tende nel Politecnico, Fisica e facoltà umanistica

Torino, tende nel Politecnico,  Fisica e facoltà umanistica

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Pubblicato 6 mesi faEdizione del 14 maggio 2024

Tende per la Palestina in due atenei e una facoltà a Torino. L’hanno chiamata «intifada studentesca»: ieri mattina, in tre momenti diversi, hanno deciso di occupare con le tende il cortile del Politecnico, Fisica, Palazzo nuovo sede delle facoltà umanistiche. Tutto questo in solidarietà con il popolo palestinese e in protesta con la collaborazione degli atenei torinesi con le istituzioni e le università di Tel Aviv.

Dietro alle proteste ci sono collettivi che da settimane manifestano in ogni sede, non da ultimo fuori dal Salone del Libro a cui si è poi aggiunto anche Zerocalcare. Studenti indipendenti, Progetto Palestina, le transfemministe di Non una di Meno. E Cambiare Rotta, il collettivo comunista che denuncia: «L’esercito israeliano ha dato inizio all’attacco di Rafah, ignorando l’Onu». «Tende contro la complicità di Politecnico e governo con il genocidio» è uno degli striscioni affissi a ingegneria da alcune decine di studenti che denunciano come il 7 maggio durante il senato accademico straordinario il Politecnico ha deciso di smarcarsi da ogni responsabilità politica verso gli accordi che ha con le aziende Avio Aero, Thales Alenia e Collins Aerospace, e con enti israeliani, come il Techion di Haifa, relegando qualsiasi responsabilità al singolo ricercatore o docente che partecipa a un progetto.

Al centro delle proteste c’è anche la vendita di armi da parte dei paesi Occidentali: «Nel 2023 l’Italia ha venduto armi a Israele per un valore di 13,7 milioni di euro. Le morti sono sulla nostra coscienza», hanno spiegato gli studenti di Fisica che hanno fatto partire la protesta tra le aule: «La scienza non è asettica e non può essere apolitica. In quanto studenti di Fisica è essenziale una nostra presa di coscienza sul ruolo della scienza nell’industria bellica e coloniale». All eyes on Rafah è l’urlo che arriva dalle facoltà umanistiche, dove gli studenti hanno calato uno striscione per ricordare l’esodo nel sud della Palestina dove al momento di sono rifugiati circa un milione e mezzo di palestinesi sfollati. L’occupazione, che non intacca lo svolgimento delle lezioni, inaugura la settimana di manifestazioni che culminerà nel corteo pro Palestina a Torino il 18 maggio per i 76 anni della Nakba, l’esodo forzato dei palestinesi dai territori occupati.

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