Torino, quattro anni indietro per le famiglie omogenitoriali
Dopo la bocciatura in Corte d’Appello del ricorso del Comune, il sindaco Stefano Lo Russo interrompe le trascrizioni dei figli. Il provvedimento è «in via cautelativa» in attesa della Cassazione
Dopo la bocciatura in Corte d’Appello del ricorso del Comune, il sindaco Stefano Lo Russo interrompe le trascrizioni dei figli. Il provvedimento è «in via cautelativa» in attesa della Cassazione
Un passo indietro. Anzi quattro anni indietro. Era l’aprile del 2018 e il Comune di Torino, nella persona dell’ex sindaca Chiara Appendino, registrava all’anagrafe il primo bambino con due madri, figlio dell’attuale assessora della giunta di centrosinistra Chiara Foglietta e della sua compagna. Ora, il sindaco Stefano Lo Russo si è trovato nell’ingrato compito di interrompere «in via cautelativa» le trascrizioni dei figli delle coppie omogenitoriali, in attesa del pronunciamento della Cassazione, che arriva dopo quelli contrari di Tribunale e corte d’Appello (quest’ultima ha rigettato il ricorso del Comune). Lo Russo ha ricevuto la comunicazione dal prefetto, che lo ha invitato ad attenersi alle norme.
IL SINDACO si è detto amareggiato: «C’è un deficit culturale e di iniziativa politica nelle aule parlamentari. È un tema di cui questo Parlamento non si è occupato e non si vuole occupare ed è molto grave e profondamente ingiusto, crea una sperequazione di diritti. La nostra iniziativa si sposterà su un piano politico e auspichiamo che tutti coloro che, anche a livello Anci, condividono questa istanza possano aggregarsi perché non è una battaglia solo di Torino».
L’assessore ai Diritti e al Welfare Jacopo Rosatelli ha assicurato che le registrazioni già effettuate, oltre 70, resteranno. Il primo passo è un incontro, venerdì, con le associazioni del Coordinamento Torino Pride. «Dobbiamo condividere con loro un percorso di iniziative – ha sottolineato l’assessore – e alle famiglie che erano in attesa di una risposta diciamo che siamo con loro. Oggi sento profonda amarezza, ma anche determinazione a continuare una battaglia di civiltà. Non sarà facile, ma sono sicuro che alla fine vinceremo e l’Italia sarà un Paese libero dalle discriminazioni».
RINCARA LA DOSE il coordinatore del Torino Pride, Marco Giusta: «Le famiglie omogenitoriali esistono ed è tempo che il legislatore si assuma le proprie responsabilità. Fa rabbia vivere in un Paese che sceglie di non garantire diritti fondamentali sulla base di posizioni ideologiche, fuori dal tempo e dalla realtà». Esulta, invece, Fratelli d’Italia, con la parlamentare piemontese Augusta Montaruli: «Siamo felici che sia definitivamente e finalmente finita l’era dell’ipocrisia del provvedimento-capriccio a danno dei bambini». In sintonia con l’associazione Pro Vita & Famiglia.
VALENTINA SGANGA consigliera comunale del M5s definisce la sospensione delle iscrizioni «una sconfitta durissima per la nostra città» protagonista nella difesa dei diritti: «Restava un’ultima speranza alle figlie e ai figli delle famiglie arcobaleno, l’assunzione di responsabilità di fronte ai propri concittadini da parte del sindaco, come fece coraggiosamente Appendino nel 2018». I consiglieri di Sinistra Ecologista in Comune, Regione e Circoscrizione, Alice Ravinale, Sara Diena, Marco Grimaldi e Emanuele Busconi, apprezzano che sindaco e assessore abbiano annunciato battaglia: «Serve una riforma generale del diritto di famiglia e una profonda modifica della vergognosa legge 40 sulla procreazione assistita. Occorre mobilitarsi».
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