Poche ore prima di costituirsi alle autorità della Georgia, con uno dei suoi famosi colpi di scena, Donald Trump ha rivoluzionato il team legale che ha il compito di difenderlo in questo Stato, e al posto di Drew Findling, che era uno degli avvocati di punta, ha assunto Steven Sadow, un avvocato difensore con sede ad Atlanta che ha rappresentato diversi clienti di alto profilo, tra cui molti rapper.

L’inchiesta che si svolge in Georgia è quella sul tentativo di sovvertire il voto statale del 2020, per cui, il 14 agosto, il tycoon ha ricevuto 13 capi di imputazione, tra cui violazione della legge statale anti-racket, tentativo di spingere un pubblico ufficiale a violare il giuramento di fedeltà, vari tipi di cospirazione, tentativo di falsificazione di primo grado e tentata falsificazione di documenti.

AD ATLANTA THE DONALD è arrivato dal New Jersey dove era in vacanza, e non è sceso da una limousine bianca impellicciato e con grossi anelli d’oro, ma il modus operandi dell’ex presidente sembra proprio ispirarsi a quello più eccessivo del mondo del rap che il suo nuovo legale ha rappresentato più volte.

L’arrivo di Trump ad Atlanta era previsto per mezzogiorno, ma The Donald ha chiesto alla squadra di avvocati di negoziare, affinché l’arresto e il rilascio avvenissero durante l’orario di massimo ascolto delle notizie, e troppo tardi per noi, in modo da trasformare l’umiliazione della resa in uno spettacolo mediatico, qualcosa di simile ai reality show che conduceva prima di diventare presidente degli Stati Uniti.

Il programma ha previsto l’arrivo di Trump nella famigerata e decrepita prigione di Rice Street, a nord-ovest del centro di Atlanta, in prima serata, arrivando con un corteo di automobili attraverso una strada fiancheggiata da dozzine di telecamere.

LA STRATEGIA di trasformare un arresto in un circo televisivo è stata anche il tentativo di screditare le accuse, oltre che di riempire a modo suo il vuoto di informazioni lasciato dai pubblici ministeri, per imporre la propria interpretazione dei fatti.

Tutte le azioni di Trump di questi giorni sembrano proprio sottolineare la volontà del tycoon di riappropriarsi della narrativa degli eventi che lo coinvolgono, dal rifiuto di partecipare al dibattito per le primarie repubblicane, all’arresto in Georgia a cui, invece, non si è potuto sottrarre.
Sin dal primo momento lo sceriffo della contea di Fulton, dove Trump deve essere giudicato per questo caso, ha affermato che il trattamento di un ex presidente non può essere diverso da quello riservato a chiunque altro: si prendono le impronte, si scatta una foto segnaletica. Proprio come è accaduto per 10 dei 18 coimputati di Trump, compreso il suo ex avvocato ed ex sindaco di New York Rudy Giuliani, entrati in prigione per rispondere delle loro accuse un giorno prima di The Donald.

LA CAUZIONE DI GIULIANI è stata fissata a 150.000 dollari, e gli ha garantito il rilascio immediato. «Non è carino? Una foto segnaletica dell’uomo che probabilmente ha messo in prigione i peggiori criminali del XX secolo», ha ironizzato l’ex sindaco prima di entrare in aula.

Meno solidale con il tycoon è l’ex presidente del partito repubblicano della Georgia David Shafer che, dopo aver a sua volta cambiato avvocato, ha cambiato anche la sua dichiarazione, ed ha affermato di avere agito in Georgia su ordine di Trump.

Fino ad ora il tycoon ha negato qualsiasi coinvolgimento diretto nella pianificazione del tentato ribaltamento del voto in Georgia, ora farlo sarà più difficile.