Una prima scossa di terremoto, alle 2.17 ore italiane, di magnitudo 7.9. Quindi uno sciame sismico con otto scosse – tra le 2.28 e le 5.56 – tutte superiori a magnitudo 4.7. E ancora: un sisma forte quasi quanto il primo (7.5) alle ore 11.24 e un conseguente nuovo sciame, con tre scosse le 13.02 e le 14.17.

Tra la Turchia meridionale e la Siria settentrionale sono quasi duemila le vittime. L’epicentro della prima scossa, la più devastante, è stato registrato a una quarantina di chilometri a nord-est della città turca di Gaziantep, quasi due milioni di abitanti, dove è crollato uno dei monumenti simbolo della città, il castello di epoca romana, ed è stata gravemente danneggiata la Chiesa dell’Annunciazione di Iskenderun, cattedrale cattolica risalente al 19esimo secolo.

L’epicentro del terremoto 7,8 che ha colpito la zona al confine tra Turchia e Siria, grafico Ap

Su entrambi i lati del confine si scava tra le macerie dei palazzi crollati: i soccorsi devono fare i conti con le avverse condizioni meteo che rendono ancora più difficili le operazioni: pioggia e neve si sta infatti abbattendo da ore sulla zona.

In Siria si registrano decine di palazzi crollati ad Aleppo – con la tv di Stato che parla di “un migliaio” di persone intrappolate sotto le macerie – e nel distretto portuale di Laodicea.

Operazioni di soccorso dopo il terremoto a Malatya, in Turchia – foto Anadolu via Getty Images

Sul fronte siriano, il presidente Bashar al Assad ha convocato e coordinato una riunione di emergenza del governo e dei capi delle agenzie di protezione civile per gestire la macchina dei soccorsi, mentre sul fronte turco il controllo delle operazioni di soccorso nelle dieci province interessate dal sisma è stato assunto direttamente da Recep Tayyip Erdogan.

“Dopo il forte sisma che ha colpito il sud-est della Turchia e il nord-ovest della Siria, Medici Senza Frontiere ha ricevuto molti feriti nelle strutture in cui opera nella Siria nord-occidentale. Molte anche le persone giunte in ospedale già morte” si legge in una nota della ong. “A Idlib, dalle prime ore del mattino, i team di MSF stanno curando i feriti in alcuni ospedali supportati e donando kit medici di emergenza ad altre strutture della zona”.

Anche Intersos ha immediatamente attivato le sue squadre di emergenza in Siria per supportare la prima risposta. Un’unità medica è già stata dispiegata per operare a Ein Elkorum, nel nord-ovest di Hama, e una squadra medica mobile è a Hamadaniyeh, vicino a Khan Cheikhoun, nel Governatorato di Idlib.