Shawan Jabarin avrebbe dovuto parlare oggi, in videocollegamento con la sala stampa della Camera dei Deputati, del lavoro dell’associazione di cui è direttore, Al Haq, storica organizzazione legale palestinese con uffici all’Onu di Ginevra. La più antica organizzazione per i diritti umani del Medio Oriente.

Avrebbe dovuto parlare dell’inserimento di Al Haq e di altre cinque note ong palestinesi nella lista israeliana delle organizzazioni terroristiche (con tutto ciò che ne comporta in termini di repressione, arresti, confische) e avrebbe dovuto dare conto anche della vittoria segnata contro il Corriere della Sera: aveva definito Jabarin un terrorista, dopo l’esposto al tribunale di Roma il quotidiano ha accettato di risarcire il direttore di Al Haq (querela per diffamazione è stata mossa anche contro Libero e Il Tempo, già richiamato dall’Ordine dei giornalisti).

JABARIN oggi non parlerà: le ong italiane che avevano organizzato la conferenza stampa hanno deciso ieri sera di annullarla, a seguito delle polemiche piovute sull’evento: «Reputiamo che non ci siano più le condizioni minime necessarie per tutelare Shawan Jabarin e garantire la centralità che deve avere l’attuale inaccettabile strage in corso a Gaza e la grave crisi umanitaria nella Cisgiordania occupata», si legge nel comunicato di Aoi, Arci e Amnesty.

Avrebbero dovuto partecipare esponenti del Gruppo interparlamentare per la pace tra Palestina e Israele, Stefania Ascari (M5S), Laura Boldrini (Pd) e Franco Mari (Avs), oltre ad Anna Meli di Aoi (la rete delle ong italiane), il giurista Triestino Mariniello e l’avvocato Nicola Quatrano, legali di Jabarin nelle querele per diffamazione insieme agli avvocati della ong European Legal Support Center.

Il nome di Quatrano ha aperto a una polemica politica che ha messo da parte la ragione dell’incontro: l’offensiva in corso a Gaza e la criminalizzazione israeliana (e di conseguenza di alcuni media occidentali) dell’associazionismo e dell’attivismo palestinese. Il deputato di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli, ha attaccato le opposizioni per la presenza di Quatrano di cui ha citato un post scomposto e offensivo, risalente alla primavera, in cui citava La psicopatia biblica di Israele dello scrittore Laurent Guyénot accostandolo senza motivo a una foto della senatrice e sopravvissuta alla Shoah Liliana Segre.

DONZELLI ha proseguito prendendosela con Jabarin, «rappresentante di una ong che secondo il ministero della difesa israeliano è una organizzazione terroristica», ha detto in aula per poi attaccare le opposizioni per la loro partecipazione all’evento. Sono seguite identiche richieste di condanna da altri esponenti di Fratelli d’Italia, a cui hanno risposto Andrea Casu (Pd) e Antonio Caso (M5s) che hanno ricordato a Donzelli l’ambiguità del partito su fascismo e antisemitismo e la recente inchiesta di Fanpage sul movimento giovanile di Fd’I.

Alla fine, come spesso accade, la polemica cancella la questione che le ong italiane avrebbero voluto far emergere, come ci spiegano gli organizzatori: «aprire uno spazio di discussione sulla qualità dell’informazione in Italia» e svelare le minacce per le «organizzazioni (palestinesi), riconosciute a livello internazionale per il loro impegno nella difesa dei diritti umani, bersaglio di una strategia sistematica volta a silenziare le voci critiche e a nascondere le violazioni dei diritti umani nei Territori occupati. Le conseguenze di queste azioni sono gravi e molteplici. Non solo mettono a rischio il lavoro prezioso e la reputazione delle ong, ma compromettono il diritto dei cittadini a essere informati correttamente».