Il Sindaco Gualtieri ha espresso a tutto tondo una originale idea dell’economia circolare: il problema dei rifiuti a Roma si affronta trasformandoli in energia. E vuole concretizzarla violando il piano regionale dei rifiuti sfruttando i poteri commissariali oggi conferitigli dal governo.

Già a febbraio ha deciso la realizzazione di due mega impianti di digestione anaerobica della frazione organica dei rifiuti urbani, contando anche su terzo a Fiumicino, ed un altro ancora a Civitavecchia.

Per chiudere il cerchio qualche giorno fa ha annunciato la decisione di realizzare un nuovo inceneritore di rifiuti da 600.000 tonnellate/anno che, insieme a quello di S. Vittore ulteriormente ampliato consentirebbe di bruciare tutto l’indifferenziato (circa 1 milione di tonnellate/anno).

La raccolta differenziata rimane “formalmente” in campo, ma secondo una logica che ribalta completamente quella europea e la scala delle priorità prevista dalla strategia dell’economia circolare: innanzitutto prevenzione, cioè limitazione dei rifiuti a monte, e recupero e riciclo di quelli prodotti; solo dopo aver massimizzato i risultati di questi passaggi si può ricorrere agli inceneritori per produrre energia, ma solo in determinate condizioni. E comunque la tendenza in Europa è di evitarli.

Questa idea di Gualtieri riassume una serie di contraddizioni ed errori concettuali di fondo. La prima e più evidente è la violazione dei principi di economia circolare, che vengono ribaltati partendo dalla coda, cioè dall’ultimo stadio di tutto il percorso, con l’aggravante che l’inceneritore è il più potente disincentivo alla raccolta differenziata.

La seconda è che vorrebbe bruciare l’indifferenziato, eliminando anche gli impianti di trattamento (i noti TMB): impossibile a Roma, vista la scadente qualità della differenziazione. La terza contraddizione è nel sostenere che con l’incenerimento si limita drasticamente il ricorso alla discarica. Ma gli inceneritori producono ceneri e materiali incombusti che vanno conferiti in discarica: più aumenta la quantità di rifiuti bruciati più aumentano i flussi in discarica; la situazione diventa drammatica con l’incenerimento di rifiuti non trattati, cioè con scadenti caratteristiche (potere calorifico) che produrrebbe ancora maggiori quantità di materiale da smaltire. Un disastro.

La quarta è che in questo modo diminuirebbero i costi a carico dei cittadini. È esattamente il contrario: perché, facendo un bilancio economico complessivo, l’incenerimento comporta una perdita netta di valore, un costo invece che un recupero. La quinta è che in questo modo si contribuirebbe alla soluzione del problema energetico: affermazione smentita guardando i numeri, cioè l’energia prodotta a fronte della domanda.

Infine, il commissariamento con il conferimento di pieni poteri al Sindaco Gualtieri approvato ieri dal governo: ciò potrebbe consentire di azzerare il piano recentemente approvato nel Lazio – che non prevede nuovi inceneritori – violando anche l’autonomia regionale.

Noi siamo fermamente contrari a tutto ciò, sia nel merito che nel metodo, vista la totale assenza di un coinvolgimento della maggioranza nella discussione di una simile scelta. A Roma occorre portare la raccolta differenziata a livelli adeguati; trattare gli indifferenziati residui per massimizzare il recupero di materia, e sostituire i TMB con impianti progettati a questo scopo; raccogliere in maniera differenziata il 100% dei rifiuti umidi, e trattarli per produrre compost invece che biogas; operare una grande riforma di AMA nel senso della decentralizzazione.

Per questo occorre una grande iniziativa di confronto con le forze politiche e di ascolto di comitati, associazioni e cittadini: perché senza una sostanziale condivisione, impianti e infrastrutture indispensabili per chiudere il ciclo difficilmente si potranno realizzare, tanto meno nei in tempi necessariamente brevi.

Elena Fattori è Senatrice Sinistra Italiana

Giuseppe Girardi è responsabile Transizione ecologica Sinistra Italiana – Roma metropolitana