Tavares audito dalla Camera l’11. I sindacati forse
L'amministratore delegato di Stellantis Carlos Tavares – Foto LaPresse
Lavoro

Tavares audito dalla Camera l’11. I sindacati forse

Autostop Altro mese di cassa integrazione a Mirafiori. Vittoria di Pirro di Calenda: l'ad Stellantis in commissione ma racconterà la solita storia sul calo del mercato elettrico. Sindacati esclusi. Poi la retromarcia leghista ancora ambigua
Pubblicato 6 giorni faEdizione del 2 ottobre 2024

Lo schema di Stellantis è lo stesso da più di un anno. Dare la colpa al calo del mercato dell’elettrico per avere la scusa per ridurre produzioni e investimenti in Italia.

L’ultima tappa di questa lunga via crucis che ha coinvolto tutte le fabbriche italiane da Atessa a Termoli, da Pomigliano a Cassino, da Modena a Melfi, ma che ha avuto come epicentro Torino è arrivata ieri mattina: la produzione della 500 Bev (elettrica) alle Carrozzerie di Mirafiori sarà sospesa fino al primo novembre, con prolungamento di un altro mese rispetto a quanto previsto finora. Stellantis motiva la scelta con «la mancanza di ordini legata all’andamento del mercato elettrico in Europa che è profondamente in difficoltà, nonostante la 500e nei primi 8 mesi dell’anno rappresenti il 40% delle vendite nel segmento Ev delle city car (Segmento A) in Europa», spiega l’azienda.

In realtà Stellantis in Italia sta andando male: a settembre ha venduto 29.375 auto, il 33,9% in meno dello stesso mese del 2023 con la quota di mercato che scende dal 32,6% al 24,1%. Nei primi nove mesi del 2024 il gruppo ha immatricolato 365.286 vetture, in calo del 5,8% sullo stesso periodo dell’anno scorso. La quota di mercato è pari al 30,3% contro il 32,9% di un anno fa.
Ieri nel frattempo è arrivata la conferma che l’amministratore delegato del gruppo Carlos Tavares – chiacchierato con voci di sostituzione che non tengono conto della sua capacità a fare gli interessi dei francesi, soci di maggioranza di Stellantis – sarà ascoltato in Commissione Attività produttive della Camera venerdì 11 ottobre alle 13, con l’azienda che spiega come «il contributo e la volontà di dialogo e di confronto di Stellantis è costante, a cominciare dal rapporto con le istituzioni: dal ministero per le Imprese e il Made in Italy, guidato dal ministro Adolfo Urso, al Parlamento». Tacendo dell’inutile balletto fatto con il governo sull’accordo per costruire un milione di veicoli l’anno (nel 2030, però) che Urso si era già venduto un anno fa e non è mai stato sottoscritto.

La convocazione è una vittoria di Pirro che si appunta al petto Carlo Calenda – «Dopo una lunga battaglia condotta da Azione, l’ad di Stellantis riferirà sulla disastrosa situazione del gruppo» – dimenticando la sua correità con le scelte di Marchionne che non credeva all’elettrico.

Peccato che la Camera «ascolterà l’amministratore delegato di Stellantis Carlos Tavares e non i lavoratori. È incredibile che il Parlamento italiano non senta il dovere di ascoltare i lavoratori dell’automotive che il 18 ottobre sciopereranno in tutta Italia e manifesteranno a Roma per rilanciare tutto il settore, compresa la componentistica», attacca subito il segretario generale della Fiom Michele De Palma, portando a una brusca marcia indietro del presidente leghista della commissione Alberto Gusmeroli in serata: «Vista l’importanza del tema e le sue ricadute in termini occupazionali, reputo opportuno che i rappresentanti dei lavoratori possano portare il loro contributo al dibattito», senza spiegare però come potranno intervenire.

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