Stellantis va male e posticipa il milione: «sarà solo nel 2030»
«Un milione di veicoli prodotti», sì ma entro il 2030. Il tavolo di confronto permanente, da quasi due anni a questa parte tra il ministro Adolfo Urso e Stellantis, nulla […]
«Un milione di veicoli prodotti», sì ma entro il 2030. Il tavolo di confronto permanente, da quasi due anni a questa parte tra il ministro Adolfo Urso e Stellantis, nulla […]
«Un milione di veicoli prodotti», sì ma entro il 2030. Il tavolo di confronto permanente, da quasi due anni a questa parte tra il ministro Adolfo Urso e Stellantis, nulla ha portato se non alla vaghezza nei numeri e a date imprecisate fino ad ora mai menzionate. Questa è stata la confusionaria precisazione di Stellantis al report di Fim Cisl che denunciava gli impietosi numeri dei primi sei mesi del 2024, con la produzione in netto calo e un passivo del 25,2%. Una risposta evasiva che nulla chiarisce, e se possibile, aumenta preoccupazione e incertezza. Già, perché le dichiarazioni di facciata, vedi «il confronto con tutte le parti coinvolte», si scontrano con una realtà drammatica e un settore in piena crisi. Dal nuovo periodo di cassa integrazione dal 15 luglio al 4 di agosto per gli operai della Carrozzeria di Mirafiori; dagli incentivi, poco efficaci in assenza di politiche industriali, alla crisi dell’indotto lungo tutta la penisola, per finire alla mancanza di pianificazione per la transizione ambientale. Nonostante Stellantis cerchi di dare la colpa della situazione al ritardo degli incentivi e «all’andamento negativo sul mercato, con particolare riferimento ai veicoli elettrici e, nel caso di Mirafiori, alla 500e», la situazione è particolarmente disastrosa e la tendenza, come sottolineato dal segretario generale Fim Cisl Ferdinando Uliano, sarebbe nuovamente al ribasso. Tutti gli stabilimenti, eccetto Pomigliano e Atessa, sono in rosso, e anche in questi ultimi la crescita rallenta. Difatti si può dire che il solo stabilimento campano rappresenta più della metà della produzione totale, nonostante sia anch’esso «in forte calo». Negli altri quattro stabilimenti la produzione di auto ha subito flessioni molto significative con valori che vanno dal -57,6% al -63%, rispettivamente per Melfi e Mirafiori». Il quadro non differisce anche nell’altro stabilimento che non registra passivi: la produzione di veicoli commerciali di Atessa, infatti, registra un’interruzione della crescita rispetto al 2023. Stando così le cose, la Fim Cisl stima che «se l’andamento riscontrato nel primo semestre 2024 venisse confermato senza inversione di tendenza per gli incentivi, partiti con ritardo nel mese di giugno 2024, la produzione complessiva si attesterà intorno alle 500 mila unità, al di sotto delle 751 mila del 2023, a metà dall’obiettivo di 1 milione».
Quella data lontana, quel miraggio e oasi nel deserto rappresentato dal 2030, ritorna anche per «il Mirafiori automotive» che avrà terminato i lavori di riqualificazione per diventare un polo di sviluppo tecnologico, produzione e attività di economia circolare, oltre agli investimenti sulla ricerca per la produzione di batterie elettriche e sulla formazione dei dipendenti. Parole, nulla che sia stato messo nero su bianco. Il tempo passa velocemente e impietoso per i lavoratori e le famiglie in difficoltà: il pressappochismo fino ad ora riscontrato nel dialogo tra le parti in causa, e il rischio di giungere impreparati a date che oggi sembrano lontane è tangibile e si tocca con mano, andando ad esasperare una crisi sociale ed economica già oggi assai annosa.
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