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Taipei al pronipote di Chiang Kai-shek, il Guomindang stravince

Taipei al pronipote di Chiang Kai-shek, il Guomindang stravinceTaipei, la festa dei sostenitori di Wayne Chiang – Ap/Chiang Ying-ying

Taiwan Tracollo elettorale dei progressisti. I nazionalisti trovano un leader, nonostante la pesante eredità familiare che fa storcere il naso a moltissimi taiwanesi. E la presidente  Tsai Ing-wen si dimette

Pubblicato quasi 2 anni faEdizione del 27 novembre 2022

“Perché sono felice che abbia vinto? Perché è bravo, giovane e calmo”. Dice proprio così Chi-hui, 36enne elettrice di Chiang Wan-an, mentre partecipa ai festeggiamenti davanti al quartier generale del nuovo sindaco di Taipei: “calmo”.

Il Guomindang celebra la netta vittoria alle elezioni locali di Taiwan, che mettevano in palio 22 municipalità. La sfida principale era quella della capitale, vinta con oltre il 42% dei voti dal pronipote di Chiang Kai-shek.

DOPO L’ESPERIENZA tragicomica del populismo urlato di Han Kuo-yu, gli elettori del principale partito d’opposizione sentono di aver trovato un volto presentabile. Nonostante la pesante eredità familiare che fa storcere il naso a moltissimi taiwanesi.

Quattro delle sei municipalità speciali sono andate al Gmd, vittorioso come previsto anche a Taichung e Nuova Taipei, dove la netta riconferma rafforza le quotazioni dell’ex poliziotto Hou Yu-ih per la candidatura alle presidenziali del 2024.

Conquistata anche Taoyuan, dove il Partito progressista democratico (Dpp) si è auto sabotato col cambio in corsa del candidato causa plagio accademico.

Il Dpp totalizza il risultato più negativo dei suoi 36 anni di storia alle elezioni locali, con cinque affermazioni su 22. Ancora peggio delle sei del 2018, quando il voto fu considerato una débacle.

La presidente Tsai Ing-wen si è assunta “tutte le responsabilità” della sconfitta, rassegnando le dimissioni dalla presidenza del partito. Tsai aveva cercato di nazionalizzare il voto e si era spesa in prima persona sulla scelta dei candidati.

I FATTORI DECISIVI del risultato sono prettamente interni e il successo del Gmd non significa che i taiwanesi abbiano bocciato la linea del governo sui rapporti con Pechino. Ma ci saranno effetti in vista delle presidenziali del 2024.

Il passo indietro di Tsai rimette in discussione il processo di nomina dei candidati, con la corrente più radicale del vicepresidente e probabile candidato in pectore William Lai che potrebbe avere maggiore influenza.

Il Gmd, consapevole di poter far leva su un rivale percepito come meno affidabile di Tsai sia sul fronte sia su quello esterno (Usa compresi), è chiamato a non illudersi che l’esito del voto locale abbia rilevanza eccessiva in vista delle presidenziali.

Nel 2024 tornerà a pesare maggiormente il tema identitario, su cui il Dpp parte in vantaggio e il Gmd deve ancora ritrovare una posizione “potabile” per la maggioranza dell’elettorato.

Bocciato il referendum per abbassare l’età del voto a 18 anni, ulteriore sconfitta per il Dpp, che gode tradizionalmente del favore degli elettori più giovani, che l’anno prossimo non potranno votare.

“L’ESITO DEL VOTO dà a Pechino la possibilità di giustificare maggiore pazienza strategica”, dice Wen Ti-sung dell’Australian National University.

Così come le dimissioni di Tsai le consentono di presentarla come una leader che ha perso legittimità. In realtà, Tsai continua a piacere più del Dpp ai taiwanesi e il mancato dialogo di questi anni con la leader più moderata mai prodotta dal Dpp rischia di restare un’occasione persa.

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