Svolta: la commissione esteri dice sì. Ora i fatti dal governo
Disarmo nucleare La commissione esteri della Camera vota l'attivazione in percorsi concreti di disarmo nucleare e di avvicinamento ai contenuti del trattato di proibizione delle armi nucleari (Tpnw)
Disarmo nucleare La commissione esteri della Camera vota l'attivazione in percorsi concreti di disarmo nucleare e di avvicinamento ai contenuti del trattato di proibizione delle armi nucleari (Tpnw)
«Siamo soddisfatti di questo storico risultato a favore dell’impegno dell’Italia per il disarmo nucleare». È questo il commento di Senzatomica e Rete italiana Pace e Disarmo. I partner italiani della campagna Ican (premio Nobel per la pace 2017), dopo il voto in commissione esteri alla Camera che chiede al governo (che ha espresso parere favorevole) di attivarsi in percorsi concreti di disarmo nucleare e di avvicinamento ai contenuti del trattato di proibizione delle armi nucleari (Tpnw). Le richieste sono contenute in una Risoluzione che nel corso del tempo ha raccolto il sostegno di vari gruppi parlamentari (Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Italia viva, Manifesta) e che è stata poi approvata a maggioranza con il solo voto contrario di Fratelli d’Italia (ma il voto favorevole della Lega) e in cui si sottolinea come le armi nucleari costituiscano ancora oggi una grave minaccia per l’umanità e sia dunque necessario porsi l’obiettivo di una loro definitiva eliminazione.
«L’approvazione della Risoluzione a mia prima firma è un risultato arrivato dopo un lungo confronto con le altre forze politiche, iniziato a dicembre dello scorso anno. L’obiettivo della non proliferazione e del disarmo nucleare è sempre più importante e si rende ancora più urgente dopo la minaccia nucleare per l’invasione russa dell’Ucraina: dobbiamo proseguire con un approccio progressivo, graduale ma incisivo» è il commento di Laura Boldrini (Pd) che ha stimolato il dibattito con la presentazione di un testo che riprendeva molte delle istanze della società civile impegnata per il disarmo nucleare.
«Nella Risoluzione si chiede al Governo italiano di valutare l’opportunità di partecipare come Paese osservatore alla prima Conferenza degli Stati Parti del Trattato per la proibizione delle armi nucleari (Tpnw) del prossimo giugno. Una eventualità da prendere in seria considerazione, come hanno fatto Germania e Norvegia che sono Paesi Nato. Io stessa sarò presente alla Conferenza di Vienna su invito della campagna Ican che ho già incontrato diverse volte poiché ritengo che il disarmo nucleare sia la strada maestra per rendere il mondo più sicuro per tutte e tutti. È arrivato il momento di cambiare marcia» conclude Boldrini.
«Le armi nucleari minacciano la continuazione dell’esistenza umana. I nostri figli sono in pericolo. Dobbiamo dare speranza all’umanità con il disarmo nucleare: unica via realistica per vivere sicuri» aggiunge Graziano Delrio, tra i primi firmatari della Risoluzione. Mentre per Yana Chiara Ehm (componente ManifestA del gruppo misto) si tratta di «un risultato storico grazie ad un lavoro congiunto tra colleghi parlamentari che impegnerà il nostro Governo sulla strada del disarmo nucleare globale. È importante ribadirlo ora, con la guerra alle porte dell’Europa e decine di guerre e conflitti che imperversano nel mondo. Perseguire la strada del disarmo è un messaggio chiaro di pace tra popoli e di ripudio della guerra e sono orgogliosa di aver contribuito a tale risultato. Il lavoro parlamentare è prezioso e come tale deve avere un peso nelle decisioni politiche del governo».
Ma cosa comporta in concreto il testo votato in Commissione? Non si tratta ancora di un’adesione al Trattato Tpnw (come vorrebbe la maggioranza degli italiani, secondo diversi sondaggi) ma di un avvicinamento ai contenuti effettivi dello stesso. Non solo perché, come già sottolineato, la Risoluzione impegna l’esecutivo a «considerare, in consultazione con gli Alleati, l’ipotesi di partecipare come “Paese osservatore” alla prima riunione degli stati parti del trattato di proibizione delle armi nucleari» ma perché chiede anche di valutare «compatibilmente con l’obiettivo delineato, con gli obblighi assunti in sede di Alleanza atlantica e con l’orientamento degli altri Alleati, possibili azioni di avvicinamento ai contenuti del trattato Tpnw, in particolare per quanto riguarda azioni di assistenza alle vittime e risanamento ambientale» previsti da alcuni articoli della norma internazionale che al momento è stata ratificata da 61 Stati.
«Dopo questo passo positivo del Parlamento ora il Governo deve prendere una decisione coraggiosa – sottolineano Senzatomica e Rete Italiana Pace e Disarmo – e assumersi la responsabilità di mettere in pratica nel concreto l’aspirazione al disarmo nucleare che continua a ripetere a parole. Lo aspettiamo a Vienna e fin da ora chiediamo un incontro al Ministro Di Maio per esplorare questa possibilità». La partecipazione dell’Italia sarebbe davvero rilevante visto che, come altri alleati europei, è uno dei paesi che ospita le testate nucleari statunitensi, circa 40 distribuite tra Aviano e Ghedi.
L’autore è coordinatore Campagne Rete Pace Disarmo
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