Sulla differenza di genere
Finestre di Orosia Al cohousing, in questa sera estiva, si festeggia Tina, i 70 anni, una vita nel femminismo...
Finestre di Orosia Al cohousing, in questa sera estiva, si festeggia Tina, i 70 anni, una vita nel femminismo...
Al cohousing, in questa sera estiva, si festeggia Tina, i 70 anni, una vita nel femminismo. Tina, orgogliosa, parla delle lotte di generazioni di donne. Di quella precedente alla sua, che ha portato emancipazione con le leggi anni 70: dal nuovo Diritto di famiglia all’aborto etc… Poi della sua generazione, periodo del «separatismo», dell’ «autocoscienza».
Necessario per capire che non basta l’uguaglianza, ma una ricerca sulla differenza. Ha portato rivoluzione simbolica e l’ «autodeterminazione». Per la prima volta le donne hanno pensato, non contro i maschi, ma per sé stesse.
Ora per Tina è tempo di governare insieme: uomini e donne. Lola domanda perplessa – dove lo vedi possibile? Significa quote rosa?
La cattolica Olga commenta – io vedo tutto ancora molto patriarcale, anche nella Chiesa, nonostante le buone intenzioni di Papa Francesco. Anna, con occhiatacce al compagno Carlo, bofonchia: «Sarebbe già un traguardo governare insieme la famiglia, la casa e i figli.
Tina porta in dono un libro: «Basta lacrime. Storia politica di una femminista 1995-2000» (MI 2022) di Alessandra Bocchetti, attivista e scrittrice italiana. È uno sguardo preciso sulla storia delle donne e su questioni attuali. Segna la distanza della donne dalla guerra. Le donne con i vecchi ed i bambini hanno perso tutte le guerre della storia, anche quelle vinte, perché a perdere con la guerra è la cultura della vita e della cura, propria delle donne.
Per una cultura della vita, è necessario lavorare su ciò che accomuna e non divide, ovvero: debolezza e fragilità. Le donne sanno quanto la debolezza sia comune agli umani, e considerarla finalmente come virtù racconterebbe in altro modo la storia del mondo, e aprirebbe altre strade.
Rispetto alla politica, per Bocchetti, il femminismo è stato anticostituzionale, perché lo Stato ha avvallato l’esclusione delle donne (il diritto di voto alle donne è solo del 1948.
Polemizza con il femminismo di Stato che celebra le donne vittime, ma mai la loro forza e felicità. Le donne non devono essere un contenuto della politica, ma si devono vedere donne che parlano e che si fanno ascoltare. Il femminismo ha portato ad una grande vittoria: al diritto per le donne alle proprie scelte e felicità, tanto più che un posto nel mondo non è un diritto, ma una realtà, perché le donne esistono e lavorano. È giunta l’ora di governare insieme, uomini e donne, «con amicizia», per il «bene comune».
Perplessità, forse per la consapevolezza che basta poco per tornare indietro. Tina è convinta che sia necessario continuare con tenacia, ma, come dice Bocchetti, con il femminismo vero, che non pensa alle donne ma fa pensare le donne.
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