Sul Def sindacati rimbalzati: «Ma adesso dialogo»
Dialogo Sociale Incontro a giochi fatti a Palazzo Chigi. Landini: serve un contributo di solidarietà sui patrimoni. Il governo parla di "patto sociale" con Confidustria. Cancellati gli impegni sulle pensioni
Dialogo Sociale Incontro a giochi fatti a Palazzo Chigi. Landini: serve un contributo di solidarietà sui patrimoni. Il governo parla di "patto sociale" con Confidustria. Cancellati gli impegni sulle pensioni
Essere invitati a giochi fatti, come sempre accaduto con il governo Draghi, non era un buon viatico per l’incontro di ieri mattina sul Def, il giorno dopo il consiglio dei ministri che l’aveva varato. La guerra ha certamente cambiato le priorità, ma nell’ultimo incontro a gennaio c’era l’impegno ad affrontare temi decisivi nel Def: pensioni, precarietà e appalti. Alla fine è tutto sparito. E Cgil, Cisl e Uil non possono esserne contenti.
Così la linea sindacale messa a punto prevedeva un contropiede: se non potete mantenere le promesse fatte prima dello scoppio della guerra, per affrontare l’emergenza servono misure nuove e inedite. Così Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto al governo di aumentare la tassazione sugli extraprofitti per aiutare imprese e famiglie. Senza usare la parola tabù – patrimoniale – è stata poi rilanciata la proposta di un contributo di solidarietà: introdurre un’imposta pari all’1% sui patrimoni sopra un 1,3 milioni darebbe un gettito potenziale di 6 miliardi, è il calcolo della Cgil.
Sebbene ci sia chi parli di un premier Draghi che al tavolo avrebbe annuito, la proposta è stata sostanzialmente bocciata dal governo. Nel merito del Def Cgil, Cisl e Uil ritengono «insufficienti» i 5 miliardi di euro previsti per aiutare famiglie e imprese dopo Pasqua. Mentre Landini ha avanzato al governo «richieste precise: moratoria sui mutui, blocco degli sfratti con aumento del fondi per gli affitti, aumentare i bonus per le bollette».
«È arrivato il momento – ha spiegato Landini – che sui patrimoni e redditi più alti sia introdotto un prelievo di solidarietà per tutelare chi sta peggio. C’è bisogno di uno scostamento di bilancio, di una manovra in grado di affrontare questi temi, questa emergenza sociale. Abbiamo anche posto il tema di superare la precarietà e questo vuol dire stabilizzare i lavoratori della sanità, scuola e settori pubblici e modificare le leggi che hanno prodotto la precarietà». La Cgil ha posto anche la priorità di una politica industriale, auspicando «una cabina di regia» tra governo e parti sociali. «Sull’energia è il momento di fare delle scelte precise – ha aggiunto Landini – o si investe sulle energie rinnovabili o saremo sempre in emergenza».
Poche le differenze con Cisl e Uil. Il leader Uil Pierpaolo Bombardieri ha puntato molto sull’aumento delle spese militari: «Per noi in questo momento le priorità devono essere le disuguaglianze e non gli armamenti. Servono risposte per lavoratori, pensionati e giovani. Su questo, finora, il governo non ha dato risposte. Ne ha date solo alle aziende e nemmeno a tutte». Per la Cisl i segretari confederali Giulio Romani e Ignazio Ganga, che sostituivano Luigi Sbarra, non presente perché da qualche giorno contagiato dal Covid, hanno invece sottolineato positivamente l’apertura «sul metodo» proposta da Draghi e Andrea Orlando.
«Di fronte ad una situazione quantomai difficile, tenere aperto un confronto costante, guardando ad un Patto sociale», storica richiesta della Cisl. Del resto, anche il Def – come sottolineato dal ministro del Lavoro Andrea Orlando – «non è un fatto compiuto» né si considera «esaustivo». E così l’impegno indicato dallo stesso Draghi è di convocare un nuovo incontro dopo Pasqua con i sindacati e anche con Confindustria e le altre associazioni datoriali. Mentre su pensioni, precarietà, salari, misure sociali proseguirà il dialogo sociale, assicura Orlando, anche se la loro «gerarchia dopo la guerra è cambiata. Al centro dell’attenzione – sottolinea – c’è il tema della tenuta salariale, dei meccanismi di adeguamento dei salari alla luce dell’inflazione» che devono essere riconsiderati ora «con più urgenza».
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