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Studentesse Usa violentate, prima condanna

Studentesse Usa violentate, prima condanna

Sentenza a Firenze Condanna a 4 anni e 8 mesi di reclusione per Marco Camuffo, uno dei due carabinieri imputati di violenza sessuale a due studentesse statunitensi uscite da una discoteca

Pubblicato circa 6 anni faEdizione del 12 ottobre 2018

È stato condannato a 4 anni e 8 mesi di reclusione Marco Camuffo, uno dei due carabinieri imputati di violenza sessuale a due studentesse statunitensi che erano a Firenze per motivi di studio. Il giudice dell’udienza preliminare Fabio Frangini ha accolto l’ipotesi accusatoria della pm Ornella Galeotti, che per Camuffo aveva chiesto una condanna a 5 anni e 8 mesi. La decisione del gup è stata presa nel corso dell’udienza preliminare che vedeva imputati sia Camuffo che l’allora collega Pietro Costa. Quest’ultimo, per la stessa accusa di violenza sessuale, è stato rinviato a giudizio, con un processo che inizierà il 10 maggio del prossimo anno.

I difensori di Camuffo, gli avvocati Filippo Viggiano e Cristina Menichetti, avevano ottenuto per il loro assistito il rito abbreviato. Così l’udienza preliminare è diventata, in parallelo, un dibattimento, nel corso del quale la difesa ha sostenuto la consensualità del rapporto avuto da Camuffo con una delle due studentesse. Tesi sostenuta anche dall’imputato, che ha voluto fare dichiarazioni spontanee e ha ribadito che non era stato lui a decidere di accompagnare le ragazze a casa dalla discoteca.

In quella notte fra il 6 e il 7 settembre 2017 i due militari erano intervenuti dopo una chiamata per una rissa iniziata nei pressi della discoteca Flò, al piazzale Michelangelo. Davanti al locale c’erano anche le due studentesse. Annebbiate dall’alcool, le ragazze erano state accompagnate a casa dai due carabinieri, ma una volta arrivate sul posto i militari avevano approfittato di loro. Subito dopo le studentesse avevano denunciato alla polizia quanto accaduto: «Siamo state violentate da due carabinieri. Erano in divisa, e con l’auto di servizio». Le indagini della squadra mobile e della pm Galeotti hanno confermato che si era trattato di una violenza sessuale, e i due militari sono stati nel frattempo congedati dall’Arma.

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