Storia dei movimenti nonviolenti per i diritti sociali e per la Terra
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Storia dei movimenti nonviolenti per i diritti sociali e per la Terra

Dignitosamente accampati per un anno intero alle porte di New Delhi, i contadini indiani hanno stupito il paese fra il 2020 e il 2021 per le modalità pacifiche, l’assenza di […]
Pubblicato 9 mesi faEdizione del 28 dicembre 2023

Dignitosamente accampati per un anno intero alle porte di New Delhi, i contadini indiani hanno stupito il paese fra il 2020 e il 2021 per le modalità pacifiche, l’assenza di barriere di casta ed età, la resistenza in condizioni avverse (come le note restrizioni da coronavirus), la capacità organizzativa. La prima storica vittoria del Samyukt Kisan Morcha, il fronte di 40 organizzazioni rurali, arriva 358 giorni dopo: vengono cancellate le tre leggi – black laws – che liberalizzavano il mercato agricolo a favore delle grandi imprese e a scapito del mondo rurale. Nel gennaio 2021, decine di milioni di persone erano scese nelle strade indiane, da nord a sud, per uno sciopero nazionale di protesta.

COME QUESTO, MOLTI ALTRI movimenti nonviolenti per i diritti sociali e ambientali nei decenni meritano di essere conosciuti. Metodi, persone, successi e insuccessi. Ecco il filo conduttore del saggio-guida di Michele Boato Nonviolenza per la Terra – dopo quello dedicato ai movimenti per la pace e il disarmo. Un testo adatto anche come strumento didattico. Ben 69 storie da 20 paesi (non l’Italia: sarà la prossima puntata).

CHICO MENDES CHE INSIEME ai seringueiros e i popoli della foresta amazzonica si oppone al disboscamento con gli empate (muri viventi), fino al suo assassinio nel 1988. Invece in Congo, nel parco del Virunga, sono i guardaparco a rischiare la vita per proteggere l’ecosistema e gli ultimi gorilla di montagna rimasti. Meno pericoloso l’impegno delle madri che in Polonia – come facevano le donne himalayane del movimento Chipko – vanno ad abbracciare i minacciati alberi della foresta primaria di Bialowieza, l’ultima d’Europa, con alterne fortune. E nel mondo intero c’è chi si dà la missione di riforestare: da Wangari Maathai in Kenya con il suo Green Belt Movement al fotografo Sebastião Salgado in Brasile, che pianta milioni di alberi partendo dai terreni che suo padre aveva deforestato.

TANTI PERSONAGGI HANNO ispirato e guidato i movimenti, nei decenni: Rachel Carson con la sua Primavera silenziosa contro i veleni, l’Abbé Pierre capace di «recuperare cose e persone scartate», Krishnammal e suo marito Jagannathan in Tamil Nadu per i fuoricasta senzaterra, Ralph Nader, politico ambientalista statunitense, Diane Wilson che affonda Dow Chemical dopo Bhopal. Planetarie le lotte contro l’estrattivismo: dalla decennale resistenza contro la miniera d’oro a Rosia Montana in Romania a quelle contro il saccheggio del litio in Argentina, contro il fracking in Patagonia, le trivelle in Alaska. In Australia i territori aborigeni fanno muro contro le miniere di uranio, in Turchia ci si mobilita per proteggere la foresta di Akbelen dall’estrazione della lignite – con alterne vicende giudiziarie.

IN GERMANIA IL VILLAGGIO di Lützerath vuole sopravvivere e resiste all’espansione della miniera di lignite a cielo aperto. Tante poi le storie delle sollevazioni contro il nucleare, prima militare, poi anche «civile». Grande e luttuosa la resistenza del popolo Ogoni in Nigeria contro le operazioni petrolifere devastanti della Shell; la repressione è terribile; duemila morti civili, villaggi distrutti, 100.000 rifugiati. Va meglio al popolo Sioux che si oppone all’oleodotto Dakota: alla fine un giudice dà loro ragione, contro la decisione del presidente Trump.

LA RISORSA ACQUA È ED È STATA al centro di numerose mobilitazioni. Contro la privatizzazione del servizio idrico – la vittoriosa lotta a Cochabamba in Bolivia–; oppure contro le grandi dighe – 40 anni di resistenza del movimento indiano Narmada Bachao Andolan contro il progetto di 3200 sbarramenti grandi, medi e piccoli sul fiume Narmada e affluenti. Interi villaggi insorgono contro il piano che li vuole sommergere. Marce, digiuni, manifestazioni percorrono l’India e si fanno conoscere all’estero. La Banca mondiale rinuncia a sostenere il progetto che però va avanti malgrado la Corte suprema. Ma intanto si è ricostruito un senso di comunità.

COMUNITÀ: IN EUROPA, tante resistenze locali, contro l’esproprio di terre o contro grosse opere disastrose, strada facendo abbracciano l’autosufficienza, energetica ed economica. Il libro si ordina scrivendo a info@ecoistituto.veneto.it.

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