#stoptheboat, la nave di armi per Israele ferma davanti a Malta
Medio Oriente Francesca Albanese: «Imploro il vostro governo di fermare l'avanzata» della MV Kathrin. Amnesty e altre Ong denunciano la presenza a bordo di «esplosivi mortali»
Medio Oriente Francesca Albanese: «Imploro il vostro governo di fermare l'avanzata» della MV Kathrin. Amnesty e altre Ong denunciano la presenza a bordo di «esplosivi mortali»
Con il suo carico di morte, la porta-container MV Kathrin è ferma da ieri davanti a Malta, in acque internazionali. Dove abbia trovato il carburante necessario ad arrivare nel basso Mediterraneo, partendo dal porto sloveno di Capodistria non è ancora chiaro. Su questa nave i riflettori si accendono lunedì. Quel giorno Amnesty International, assieme ad altre organizzazioni per i diritti umani che sostengono la campagna #stoptheboat per fermare le navi cariche di armi, denunciano la presenza a bordo di questa nave di «esplosivi mortali per il genocidio di Israele contro 2,3 milioni di palestinesi a Gaza e ora anche in Libano».
AL MOMENTO di questa denuncia pubblica delle Ong, la nave è diretta a Capodistria, ma è già ferma in acque internazionali. A intervenire pubblicamente, anche tramite post su X (l’ex Twitter), è Francesca Albanese, la Relatrice speciale delle Nazioni unite sui territori palestinesi occupati.
A bordo della MV Kathrin ci sarebbero «tra le altre cose – denuncia ancora la coalizione #stoptheboat – otto container di esplosivi Hexogen/Rdx con destinazione Israele (oltre a 60 container di tnt con destinazione sconosciuta). L’esogeno Rdx è un componente chiave per la costruzione di missili israeliani». Per cercare di sbarcare ugualmente il suo carico di morte o comunque fare scalo, rifornimento e ripartire, quella portacontainer inizia a cercare un altro porto in Adriatico disposto ad accoglierla. Registrata in Portogallo, che gli fa ammainare la bandiera del proprio Paese rendendola da quel momento un ‘fantasma’, la MV Kathrin è «di proprietà tedesca».
Per l’intera notte di martedì resta in acque internazionali ai margini delle acque territoriali dell’Italia. I portuali italiani, allertati anche da Weapon Watch, sono pronti a rifiutarsi di scaricare quel carico, come già hanno fatto tante altre volte con navi cariche di armi dirette alle petromonarchie del Golfo Persico, Arabia Saudita in testa, o altrove. Per tutta la notte, attorno alla MV Kathrin, ci sono porta-container molto simili, praticamente ‘gemelle’ battenti anche queste bandiera portoghese.
SONO LORO a fornirle il carburante in acque internazionali per farle proseguire il viaggio verso un porto disposto ad accoglierla? Qualche nave militare o civile con a bordo personale di stato arriva in nottata per monitorare il prezioso carico utile a portare avanti in tutta la regione mediorientale questa nuova carneficina? Lo capiremo nelle prossime ore.
Fatto sta che mercoledì la MV Kathrin, dopo una nottata nel medio Adriatico, riesce ad arrivare come previsto a Malta. Dove le autorità locali non le hanno finora concesso il permesso per entrare nelle proprie acque territoriali, ancora una volta anche grazie all’azione della Relatrice speciale delle Nazioni unite sui territori palestinesi occupati, la quale ieri alle 11.54, con l’ennesimo tweet, ha chiesto all’isola Stato dell’Ue alle porte del Nord Africa: «Imploro il vostro governo, che ha regolarmente preso una posizione di principio sulla Palestina, ad agire e fermare l’avanzata della nave». Appello, a quanto si poteva verificare ieri da immagini satellitari, al momento accolto.
Albanese ha inoltre «ammonito che ogni trasferimento di armi verso Israele che, secondo la Corte internazionale di Giustizia, sta plausibilmente commettendo il crimine di genocidio, costituisce una violazione della Convenzione sul genocidio e della risoluzione 55/L.30 dell’HRC (Consiglio dei Diritti Umani dell’Onu) che impone un embargo sulle armi a Israele».
NEGATI quindi al momento alla MV Kathrin i porti mediterranei dell’Ue, forse in vista della nuova dottrina francese del presidente Emmanuel Macron, che ha chiesto all’Europa di non vendere più armi a Israele. Il tutto, preferendo non rispondere al telefono la scorsa settimana alla premier italiana Giorgia Meloni, che in qualità di presidente di turno del G7 aveva convocato al mattino un vertice d’urgenza, lasciando la palla alla propria ministra degli Esteri, Catherine Colonna.
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