È ancora una volta in un’aula di tribunale che la norma si mette al servizio della società reale. Il Tribunale di Trento non ha perso tempo – perché tempo da perdere non ce n’era – in quattro mesi è intervenuto con una sentenza per tutelare un bambino di poco meno di quattro anni nato in Canada attraverso la maternità surrogata e figlio di una coppia di uomini. Essendo il padre biologico gravemente malato e a rischio di vita, se il tribunale avesse dovuto rispettare i tempi biblici della “stepchild adoption” il bimbo si sarebbe potuto ritrovare orfano e abbandonato da un momento all’altro, perché per la legge italiana il padre intenzionale è meno di un estraneo. Perciò il tribunale presieduto dal giudice Giuseppe Spadaro concesso in tempi record l’”adozione in casi particolari”, riconoscendo la filiazione al padre sociale.

La corte trentina però non ha fatto altro che applicare semplicemente la legge come già modificata in altre aule giudiziarie, con sentenze a favore dell’adozione anche per le coppie omogenitoriali. La procura si era detta favorevole all’accelerazione della trascrizione del certificato di nascita emesso in Canada, anche se aveva chiesto ai due uomini di rinunciare all’istanza di registrazione della doppia paternità. Il tribunale, invece, preso atto anche della relazione dei servizi sociali, nel rispetto del diritto del minore ad avere una famiglia previsto dalla Costituzione, ha emesso la sentenza. «Non si è trattato – spiega il giudice – di riconoscere il diritto del genitore sociale, bensì di richiamarlo alle proprie responsabilità per aver voluto mettere in vita il bambino».

«Sussiste però ancora – ricorda l’avvocata Filomena Gallo, leader dell’associazione Coscioni – una discriminazione delle coppie in base all’orientamento sessuale perché ancora oggi, malgrado le due sentenze della Consulta nel 2021 e la condanna della Cedu, riconoscere un bambino nato da Gpa è considerato contrario all’ordine pubblico. Qualcosa di inconcepibile».